Dopo la fusione: Odessa non sarà più la stessa – Recensione

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La fantascienza a fumetti italiana ha sempre trovato un riparo solido in casa Bonelli, che ne ha saputo valorizzare la carica narrativa. Dall’intramontabile Nathan Never a Gregory Hunter, da Bad Barron al più recente Orfani (senza dimenticare alcune storie uscite nella collana dei Romanzi a fumetti), la casa editrice milanese ha riservato una certa attenzione alla letteratura d’anticipazione nel proprio catalogo, una tendenza coronata a maggio con l’arrivo di Dopo la fusione, il primo numero di Odessa.

Dopo la fusione segna l’inizio dell’avventura di Odessa, la nuova serie di fantascienza di Sergio Bonelli Editore

Il ruolo di Odessa non è certo facile. La fantascienza, per sua natura, è mutevole e dagli esordi di Nathan Never (era il 1991, gente, rendiamocene conto che siam vecchi) la narrazione fantascientifica ha preso nuovo inflessioni e nuove spinte, quasi tornando alla sua natura primigenia di rivisitazione critica della società. Basti a pensare ad ambiti videoludici (Mass Effect in primis), televisivi come Defiance o Altered Carbon, a saghe letterarie come The Expanse, arrivando anche nel mondo dei fumetti al talento di Bablet, alla visione allegorica di Hangar 66 o, sempre in casa Bonelli, allo stesso Orfani.

Dopo la fusione deve esser, dunque, non solo il primo capitolo di Odessa, ma anche il primo passo di Bonelli verso una fantascienza moderna, capace di farsi interprete di nuove suggestione e consapevole che i lettori oggi vogliono storie nuove, in nuove combinazioni.

Ironicamente, l’idea di base della serie è uno dei classici della sci-fi (dai racconti di Asimov in poi), poco sfruttato nei decenni, eppure incredibilmente attuale. Sicuramente, nell’ambiente sociale attuale, una serie come Odessa potrà smuovere le coscienze e generare un dibattito sano, utilizzando il media fumetto come un punto di partenza.

A garanzia di questo impegno, c’è il nome di Davide Rigamonti. Già apprezzato sceneggiatore di diverse storie dell’Agente Alfa, Rigamonti ha passato diverso tempo ad ideare questa serie. Le influenze sono evidenti, sintomo di un appassionato di fantascienza all’opera, con la voglia di mantenere uno sguardo alla tradizione della narrazione fantascientifica, ma con uno scatto verso nuove dimensioni narrative, con la voglia di confrontarsi con la quotidianità e l’etica sociale.

Non è un caso che a supervisionare questo progetto ci sia uno dei maestri del racconto fantascientifico bonelliano: Antonio Serra. Padre di Nathan Never con Medda e Vigna, Serra può apportare a questa serie un’ottima capacità di narratore, ma soprattutto una genuina passione per la fantascienza in ogni sua declinazione, mostrata anche oltre a Nathan Never, come con Astromostri o Greystorm.

Odessa non si presenta, infatti, come un monolito narrativo. L’impostazione scelta dagli autori consente di declinare il contesto fantascientifico in diverse chiavi, dall’avventuroso al riflessivo, assecondando le ispirazioni dei diversi narratori. Una simile caratteristica rende Odessa una serie incredibilmente fertile, capace, se bene generata, di creare un universo narrativo in costante espansione. Dal mostrare storie antecedenti alla Fusione agli impatti della stessa nel resto del mondo, sono diverse le linee narrative che possono trovare posto in una simile struttura, con il solo limite della fantasia degli autori.

Ma per ora, Dopo la fusione deve esser il metro di giudizio di questa nuova avventura bonelliana. Va premesso che con il numero di maggio di Nathan Never sarà regalato ai lettori un Numero Zero, che fornisce una rapida introduzione all’universo di Odessa. Non perdetelo, non sarà essenziale ma è comunque una lettura interessate e che ben chiarisce come Rigamonti e soci abbiano voluto dare vita ad un qualcosa di nuovo

Tutto inizia quando il Serraglio 457, immensa nave prigione aliena contenente diverse razze, si schianta sulla Terra, per la precisione sulla città di Odessa. Nell’evento il contesto urbano viene stravolto da una Fusione, non solo urbana ma anche culturale, con la nascita di un nuovo impianto sociale in cui alieni e umani devono trovare un equilibrio di convivenza.

Dopo la fusione è una storia introduttiva particolare. Molta azione, storia frenetica ma contestualizzazione ridotta al minimo indispensabile. Ad una prima lettura, confesso di avere accusato un senso di fretta, quasi che tutto dovesse terminare entro il finale dell’albo. Rileggendo la storia, ho cominciato ad intuire come, probabilmente, Rigamonti non abbia voluto subissare di nozioni sul mondo il lettore, ma gli abbia fornito gli strumenti base per iniziare questo viaggio.

Anche i protagonisti sono presentati con pacatezza, senza entrare troppo nel dettaglio, lasciandoci con la curiosità di conoscerli meglio. La compagnia di eroi sembra promettente, ma saranno i prossimi numeri a mostrarci quanto questa squadra di personaggi sia realmente affascinante. Durante la fusione è un ottimo biglietto da visita per Odessa, una promessa: il mondo in cui ci muoveremo è questo, bisogna conoscerlo con calma per apprezzarlo. Scelta coraggiosa, molto rischiosa, ma che se viene affinata può risultare il punto di forza di Odessa.

L’esordio è dunque promosso con riserva, ma a suo favore gioca il ruolo di Odessa stessa. Mariano de Biase ha interpretato graficamente le suggestioni di Rigamonti dando vita ad un contesto urbano curioso e intrigante. L’architettura sovietica fusa alla tecnologia aliena consente di giocare su un tono narrativo dal gusto vintage, capace di unire la modernità al classico. Le armi dei personaggi sono innovative e weird (in assenza di un termine più calzante), così come lo sono gli scorci urbani mostrati in questo primo albo. Giustamente sono presenti anche alcuni omaggi alla storia della fantascienza, che finché rimangono nel limite della citazione sono quasi una strizzatina d’occhio al lettore per creare un’empatia da un background comune.

Ai disegni del primo numero troviamo una vecchia conoscenza per i lettori del Musone, Matt Resinanti. Scelta vincente. Lo stile di Resinanti si sposa alla perfezione con la concezione urbana di Odessa, ritraendo la città in modo perfetto, offrendo una convincente commistione di umano ed alieno.

Dove Resinanti eccelle è il trattamento della fisicità dei personaggi. Perfetto nel ritrarre i protagonisti nei momenti più tranquilli ,con una cura particolare per sguardi ed espressività dei volti, quando si tratta di realizzare movimento e adrenalina Resinanti raggiunge una deformazione dei corpi ottima per imprimere l’idea di azione senza snaturare la loro natura. Il dinamismo viene accentuato da un accorto uso di punti di visa e prospettiva, che imprimono ulteriore vitalità alle scene.

L’utilizzo della gabbia è un altro punto forte dei Resinanti. Eliminati i limiti di una restrizione classica, i disegni alternano vignette ampie per mostrare l’azione della sua interezza ad alcuni inserti che focalizzano l’attenzione su dettagli specifici. Che sia una scelta stilistica decisa dal team creativo di Odessa o dallo stesso Resinanti, questa impostazione è funzionale ed appagante, elimina il rischio di una monotonia visiva attirando il lettore in ogni pagina.

Nota dolente, almeno in parte, è la colorazione. Comprensibile la scelta di pubblicare Odessa a colori, ma la colorazione di Dopo la fusione mi è parsa poco incisiva, priva di una nota particolare che la rendesse un valore aggiunto. Con una gamma di razze aliene così ampia a disposizione ed un contesto urbano così particolare, servirebbe una colorazione più mirata, iconica.

Dopo la fusione è un’apertura, comunque, ottima per Odessa. La nuova seria marchiata Bonelli arricchisce un comparto complesso della narrazione a fumetti, la fantascienza, promettendo di mostrare un modo nuovo ed intrigante di raccontare storie future. Bonelli scommette su questo team creativo, e personalmente punto sulla vittoria di Rigamonti e compagni.