L’intervista a Dreamlord Press post Modena Play 2019

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Il Modena Play 2019 è ormai passato ma le novità per noi appassionati di GdR non sono mai troppe! Per questo abbiamo chiesto a Nicola Urbinati di Dreamlord Press di raccontarci la sua esperienza al Play di quest’anno e qualche anticipazione sui progetti di Dreamlord Press per il futuro.

Ecco la nostra intervista a Nicola Urbinati di Dreamlord Press per parlare delle novità in ambito GdR, del Modena Play 2019 e dei progetti per il futuro!

Dreamlord Press è un’etichetta editoriale specializzata in giochi di ruolo che molti conosceranno per alcuni GdR e ambientazioni che hanno conosciuto molto successo tra gli appassionati e gli esperti di settore, come Omen, Fate e The Sprawl.

Ecco le nostre domande a Nicola per scoprire di più sui progetti di Dreamlord Press!

Iniziamo con una classica domanda: le vostre ultime novità per il mondo dei giochi di ruolo. Al Play 2019, evento di punta per il settore dei GdR, avete presentato tre nuovi interessanti giochi: Seco Creek Vigilance Commitee, Sagas of the Icelanders e Ghost Planets. Tre ambientazioni molto diverse per tre sistemi di gioco differenti. Parlami un po’ di queste vostre novità e di come sono state recepite al Modena Play 2019.

Ciao a tutti! Entriamo subito nel vivo.

Sagas of the Icelanders è un gioco PbtA (Powered by the Apocalypse), che propone di raccontare storie che si rifanno alle mitiche saghe islandesi, relative cioè ai primi momenti di colonizzazione dell’isola da parte dei norreni. Si parla quindi di difficoltà del territorio, faide familiari, onore, libertà, civilizzazione, il proprio ruolo nella società, e un pizzico di sovrannaturale mitico (loro ci credevano profondamente). I temi affrontati possono essere molteplici, tutti tematicamente efficaci grazie al design molto aderente. Una delle meccaniche premette anche di rigiocare gli stessi personaggi o le stesse famiglie a distanza di anni, dando vita a vere e proprie saghe.

Seco Creek Vigilance Commitee propone invece un sistema proprio, riprendendo alcune meccaniche (le chiavi) già viste in giochi come The Shadow of Yesterday o Lady Blackbird, oltre ad altre meccaniche originali (la negoziazione e le relazioni tra le fazioni in gioco). Il gioco è da sessione singola e presenta una fiction forte e precisa: una posse ha appena catturato e messo in prigione alcuni criminali accusati di assalto a una diligenza e omicidio, in attesa di trasferirli il giorno dopo in città per il processo. I cittadini del paese, però, hanno idee diverse: preferirebbero vedere i criminali impiccati, anche se non hanno commesso il delitto di cui sono accusati, ne hanno sicuramente commessi altri. È sostanzialmente la premessa di film come Quel Treno per Yuma. I temi sottesi sono quelli delle scelte forti tra giustizia, legge e vendetta, ambientato in un periodo storico in cui la differenza tra il Vecchio West con la legge della colt si scontra con la civiltà che arriva da est, con i soldi e le istituzioni.

Infine, Ghost Planets è un Mondo di Avventure per Fate Sistema Base, nel classico formato spillato di una cinquantina di pagine, ambientato in un lontano futuro in cui la Terra stessa è minacciata dall’Evento Sigma, qualcosa di strano e letale che sta annientando la vita nell’universo e si sta avvicinando al nostro pianeta. Il Corpo della Xenostoria ha inviato squadre di esperti e scienziati a esplorare i pianeti “morti”, per scoprire di più sull’Evento Sigma e debellare la minaccia. Unisce Star Trek e Il Pianeta Proibito come tematiche. Insomma, al Play della Corsa allo Spazio non poteva mancare un gioco di esplorazione spaziale!

Dobbiamo dire che il riscontro a Modena è stato entusiasta, soprattutto per Sagas of the Icelanders che il pubblico italiano aspettava da qualche anno, ma anche Seco Creek e Ghost Planets hanno avuto tantissima risonanza: i tavoli da demo erano sempre strapieni e facevamo fatica a gestire tutti quelli che volevano provarli. Siamo estremamente contenti di come sono stati recepiti.

Anche quest’anno siete stati protagonisti del premio di Gioco di Ruolo dell’Anno con The Sprawl, arrivato tra i finalisti. Bisogna ammettere che però questo per voi non è del tutto una novità: quest’anno The Sprawl, nel 2017 siete arrivati in finale con Omen e nel 2015 con Fate. Insomma, si può dire che non c’è Gioco dell’Anno senza Dreamlord Press! Questo vuol dire che i GdR che proponete sono giochi di ottima qualità, interessanti e innovativi. Come scegliete i vostri giochi di ruolo? Come vivete l’attesa e la preparazione per il premio di Gioco di Ruolo dell’Anno?

Wow, sì, siamo estremamente orgogliosi di questi traguardi, e di aver sempre saputo scegliere giochi che se la sono giocata fino all’ultimo per il premio, speriamo che questo tipo di riconoscimento possa continuare nel tempo: va a sommarsi ai riconoscimenti dei giocatori che ci seguono e che amano i nostri giochi, per noi uno dei fari del nostro lavoro.

Dobbiamo ammettere che la scelta dei giochi è abbastanza slegata dal premio, e forse anche dallo stretto ragionamento economico di vendita (anche se in qualche modo la casa editrice deve rimanere in piedi, quindi comunque la vendibilità rimane importante). Scegliamo i giochi solo dopo averli letti, provati e capiti, e solo se per noi hanno quel qualcosa di originale rispetto al parco di giochi sul mercato italiano. Una meccanica, una struttura di manuale, un tema, il modo di affrontarlo. Tutte cose che guardiamo prima di mettere un titolo a catalogo. Ci piace produrre giochi che aggiungono qualcosa alla cultura ludica italiana (ed estera, perché no, visto che qualche titolo nostrano l’abbiamo prodotto anche in inglese e licenziato in Spagna e Brasile).

Tra l’altro, il premio di Gioco di Ruolo dell’Anno quest’anno ha premiato Lovecraftesque, un traguardo importante per il panorama dei giochi di ruolo indie. Al Modena Play 2019 voi eravate proprio all’interno dell’Indie GdR Plaza. Come vedete la situazione dei giochi di ruolo indie in Italia? Quali e quanti passi avanti sono stati fatti e cosa vi aspettate per il futuro?

Beh, riprendendo quanto detto sopra, la vittoria di Lovecraftesque ci può dire che pian piano anche proposte diverse e originali possono raggiungere premi e popolarità che normalmente non sono loro proprie. Secondo noi, è un segnale solo positivo rispetto al mercato e all’hobby: la diversificazione non può che far bene a tutti, creando una base di giocatori non solo più ampia, ma anche più consapevole di quanto il mercato può offrire.

Siamo inoltre convinti che la diversificazione possa fare molto bene anche al processo di sdoganamento del gioco di ruolo, fino a qualche anno fa e ancora adesso a volte, ritenuto hobby da nerd perdenti e settari. Non è (solo) quello, vogliamo uscire dalla Stanza Profonda e la vittoria di Lovecraftesque è un notevole passo avanti anche in questo senso.

Complimenti per la citazione! Passiamo alla prossima domanda, classica ma imprescindibile: che progetti avete per il futuro? Potete darci qualche spoiler per i vostri giochi di ruolo prossimamente in uscita?

Ah! Maledetti, la domanda scoop!

Al momento di progetti ne abbiamo molti, a parte la revisione del sito web e del processo di gestione dei PDF gratuiti (che forniamo con l’acquisto del manuale cartaceo), stiamo provando a lavorare su un altro Pbta di stampo storico sulla linea di Sagas of the Icelanders, sui supplementi per The Sprawl (Mission Files, Touched) e sui Toolkit per Fate (Horror, Adversary, in attesa della versione definitiva dello Space). Abbiamo inoltre qualche sorpresa in serbo, vediamo se riusciamo a concretizzarla. Ancora non abbiamo una timeline definita, lavoreremo nei prossimi giorni per definire le uscite in vista di Lucca.

Molto bene! Per concludere, torniamo a parlare del Modena Play 2019, un evento che è ormai un appuntamento irrinunciabile per tutti gli appassionati di giochi di ruolo. Si tratta, soprattutto, di un’occasione per i giocatori di sedersi al tavolo e provare molti GdR, poter parlare con gli autori e gli editori e conoscere altri appassionati. Ma cerchiamo di vedere le cose anche dal vostro punto di vista: come è stata per voi questa nuova edizione della fiera? Come è cambiato negli ultimi anni il Modena Play?

Play è sempre stato in movimento e in crescita, e si vede. Negli ultimi due anni è stato ampliato il comparto B2B col Play Trade (quest’anno abbiamo partecipato a una bella talk con Luke Crane, Francesco Nepitello e Massimo Cranchi), oltre che aumentare a dismisura nelle cifre.

Ci piace l’abbondanza di progetti e realtà che esistono e si formano a Play, grazie alla disponibilità di Talk, aree di gioco e di chiacchiere, dall’Edularp alla Tavola Esagonale in poi. Alcune delle Talk di quest’anno ci sono piaciute molto, perché hanno toccato temi legati a doppio filo con alcuni dei nostri obiettivi nel campo della cultura ludica, come il rispetto reciproco, l’inclusività e la gestione dell’emotività nel gioco di ruolo, per citarne alcune a volo d’uccello.

Play al momento ha una sfida enorme: gestire nei prossimi anni il probabile strabordare di persone che vorranno partecipare, ora che lo stabile comincia a dare i primissimi segnali di esaurimento spazi. Ho piena fiducia nello staff: sapranno trovare le soluzioni adatte alle nuove esigenze, come hanno sempre saputo fare.

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