Si torna sulla Frontiera del vecchio west con la recensione di Carson City: The Card Game

Carson City: The Card Game

Pubblicato nel 2018 da Quined Games ed approdato in Italia da poco tempo grazie a 3 Emme Games, Carson City: The Card Game, lo spin-off del più celebre gioco da tavolo ‘Carson City’ di Xavier Georges, ci ha riportato nel vecchio west!

Aiutati da alcuni immancabili personaggi della Frontiera, nel gioco di carte di Carson City dovremo edificare sul nostro tavolo un piccolo paese composto di miniere, ranch, montagne, pascoli, hotel, saloon, banche e tutto quello che potreste aspettarvi da un polveroso paesaggio western.

Ecco quindi la recensione di Carson City: The Card Game… Hiyaa!

La recensione di Carson City: The Card Game

All’interno della piccola scatola di Carson City: The Card Game, realizzata con un grafica che ricorda la rilegatura e rifinitura dei libri dell’epoca, troveremo ad attenderci:

  • 1 blocchetto segnapunti con una cinquantina di fogli
  • 66 carte asta
  • 96 carte terreno
  • 21 carte personaggio
  • 8 carte riepilogo (ma manca l’italiano)
  • I regolamenti di gioco in varie lingue (qui, invece, l’italiano è presente)

Il regolamento è composto da un totale di 8 pagine ma le regole vere e proprie ne occupano la metà. Il resto sono infatti dei riassunti delle varie carte personaggio o dei numerosi edifici presenti sulle carte tessera che andremo ad utilizzare per dare vita al nostro paesino di frontiera.

Le illustrazioni sono state realizzate da Alexandre Roche e, nonostante non siano nulla di particolarmente elaborato, risultano piacevoli alla vista nonché in tema con l’ambientazione.

Lo stesso si può dire della grafica delle carte; delle comunissime carte da scala i cui semi sono stati sostituiti con dei simboli iconici del vecchio west.

Niente effetti speciali insomma, ma nel complesso risulta tutto curato e in pieno stile western.

La dura vita dell’urbanista nel Vecchio West

Per 1-6 giocatori, dai 12 anni in su, con partite della durata di circa 30-45 minuti, Carson City: The Card Game è un gioco di aste, piazzamento tessere e pianificazione urbana; e potrei avervi già detto tutto il necessario per capirne il funzionamento, ma daremo comunque un’occhiata veloce alle meccaniche di gioco.

Carson City: The Card Game si suddivide in due ere a loro volta suddivise in 9 round di gioco, ognuna composta da due fasi principali.

Nella prima fase i giocatori effettueranno un’asta puntando una delle carte (con valori da 1 a 9) presenti nella loro mano. Chi avrà fatto l’offerta migliore potrà scegliere per primo una delle carte tessera città tra quelle disponibili; oppure scegliere il personaggio appena rivelato (che fornisce abilità varie bonus durante la partita), poi il secondo, il terzo e così via. Eventuali spareggi sono regolati dall’iniziativa posta sul retro delle carte del mazzo personaggi, che variano casualmente ad ogni turno.

Nella seconda fase dovremo invece decidere come posizionare la carta tessera città scelta, all’interno del nostro appezzamento di terreno che non potrà essere più grande di 8×8 caselle (ogni tessera è una 2×2).

Qui potremo decidere dove collocare le montagne, le miniere, le case e tutta una serie di edifici che ci forniranno punti vittoria alla fine del gioco a seconda della loro posizione (i punti sono indicati chiaramente su ogni edificio) rispetto a quella degli edifici adiacenti. Punti che saranno elargiti anche da eventuali moltiplicatori o malus, nel caso ci capitassero tessere con dei fuorilegge e non avessimo una prigione in città in cui rinchiuderli.

Le tessere città si potranno anche sovrapporre alle altre tessere già piazzate, parzialmente o totalmente, a patto di rispettare alcune limitazioni (non è possibile ad esempio coprire tessere su cui sono già presenti edifici, mentre le case possono essere convertite in dimore. Un piccolo Sim City western insomma.

Terminate le 9 carte nella nostra mano si proseguirà con la seconda era del gioco, riprendendo nella nostra mano le carte asta giocate nella prima era e proseguendo l’espansione della nostra città che, in questa nuova fase, sarà meno rurale e più concentrata sullo sviluppo urbano.

Alla fine del gioco, il giocatore con più punti vittoria sarà decretato vincitore.

Conclusioni

Qualcuno di voi potrà aver individuato delle similitudini con Honshu e, in effetti, Carson City The Card Game lo ricorda molto. Tuttavia la sensazione generale è quella di un gioco più completo del titolo di Kalle Malmioja.

Si tratta di un filler veloce ed intuitivo, facile da spiegare, che, specialmente nella gestione dello spazio della vostra città, riesce a regalare un senso di progressione e sviluppo notevole anche nel poco tempo che vi porterà via intavolarlo.

La fase asta scorre velocemente e il piazzamento della tessera città scelta, simultaneo tra i giocatori, elimina completamente i tempi morti (anche se l’amico affetto da paralisi da analisi potrebbe stravolgere completamente quanto appena detto).

Trovare la giusta collocazione di un edificio per massimizzare i punti vittoria a fine partita diventerà sempre più complicato con il passare dei turni, premiando coloro che avranno pianificato attentamente lo sviluppo della propria città nelle prime fasi di gioco.

I personaggi aggiungono un po’ di varietà ai turni, scombinando qualche volta i piani dei nostri avversari grazie alla possibilità di farci pescare più di una carta o aumentando il valore della carta asta appena giocata. Nulla che rovini completamente le strategia altrui e, al contempo, in grado di aggiungere una divertente imprevedibilità durante la partita; sempre che capiate subito qual è il loro effetto non dovendo ricorrere “ancora una volta” al regolamento (non c’è testo ma i simboli non sono sempre intuitivi).

Degna di nota è anche la possibilità di introdurre dei giocatori controllati dal gioco stesso, che andranno ad influenzare direttamente le aste aumentando il grado di sfida nel caso vi ritroviate in pochi attorno al tavolo (non consiglierei di intavolarlo in meno di 4, comunque).

A differenza di tutto il resto del gioco, invece, la fase di conteggio dei punti è lenta e macchinosa. D’altronde, quando nella scatola è presente un blocchetto segnapunti sapete a cosa state per andare incontro.

Una volta terminato il gioco vi renderete però presto conto di aver trascorso una divertente mezz’ora nel far west, ammirando con soddisfazione la vostra piccola cittadina di frontiera che, anche se non si sarà rivelata la migliore tra quelle sul tavolo, avrete visto nascere, svilupparsi e lottare per modernizzarsi.