Quali sono i migliori fumetti Marvel? Scopriamo le storie imperdibili della Casa delle Idee

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Se hai una storia decennale alle spalle, se pubblichi alcuni dei fumetti più amati dai lettori di tutto il mondo è inevitabile che nel tuo catalogo figurino storie che sono diventate… storia!

Parlando della Casa delle Idee questo assioma assume una solidità ancora più marcata. Dagli albori della nascita di figure come Spider-man sino alla consacrazione con grandi saghe che hanno riscritto il modo stesso di intendere il fumetto.

E come si possono rintracciare questi capitoli essenziali della storia dei comics made in Marvel? Semplice, dandovi un’idea di quelli per noi sono i migliori fumetti Marvel di sempre!

Quali sono i migliori fumetti Marvel? Ecco i nostri suggerimenti

Per quanto scrivere questa lista sia un’esperienza intrigante, un piccolo consiglio: diffidate da chi vi dice cosa leggere. Tranquilli, non sono diventato bipolare, ma se amate i fumetti ascoltate con curiosità i suggerimenti degli altri, ma lasciate che sia sempre la vostra curiosità a guidarvi nelle storie da vivere nel variegato mondo delle nuvole parlanti.

Ma ora basta chiacchiere, non dovevamo parlare dei migliori fumetti Marvel?

Marvels

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Anno 1994, Kurt Busiek decide di riscrivere la storia dell’Universo Marvel, dandoci una prospettiva totalmente nuova. I supereroi non sono più i protagonisti, sono il catalizzatore che cambia la vita di Phil Sheldon, aspirante fotoreporter che decide di seguirne le vite.

Dai primi scontri tra la Torcia Umana e Namor sino all’escalation della violenza contro i mutanti, Sheldon diventa la lente tramite cui viviamo i metaumani, tra ammirazione, paura e violenza. Il talento narrativo di Busiek trova un partner incredibilmente ispirato in Alex Ross. Le tavole di Marvels sono impressionanti, iperdettagliate e rendono ugualmente omaggio all’epica degli eroi Marvel e alla difficoltà umana di convivere con simili esseri.

Se non lo avete mai letto, il consiglio è di recuperare il bel volume da collezione di Panini Comics che presenta Marvels in una stupenda edizione ricca di contenuti extra che ne spiegano le origini e lo spirito.

L’ultima caccia di Kraven

ultima caccia di kraven

Può esistere la sconfitta nella vittoria? Fin dove un eroe può spingersi nel combattere un nemico?

DeMatteis decise nel 1987 di rispondere a tutti questi interrogativi mettendo il nostro amichevole Uomo Ragno di Quartiere di fronte ad un Kraven incredibilmente pericoloso, il nemico di Spider-Man capace di sconfiggere Parker colpendolo nello spirito stesso del suo ruolo di eroe. Nemmeno la vittoria finale contro il rivale riesce a rendere a Spider-man la sua sicurezza, ferito da come Kraven sia riuscito ad arrivare così vicino da distruggerlo.

L’ultima caccia di Kraven è entrato nella storia per i dialoghi e le didascalie di DeMatteis, ma questo crescendo emotivo è frutto anche delle tavole incredibili di Zeck. L’ultima caccia di Kraven è uno dei migliori fumetti Marvel proprio per avere osato ferire uno dei simboli della Casa delle Idee, segnando un culmine emotivo che ha contraddistinto una tensione narrativa cupa tipico di quegli anni.

A testimone di quanto questa storia sia stata fondamentale, nel 2019 avremo la conclusione di questa grande storia con Hunted.

Arma X

Per trent’anni le origini di Wolverine sono state uno dei misteri più sacri di Marvel.

Nel 1991, viene deciso che è giunto il momento di mostrare il momento più tragico nella vita dell’artigliato canadese, l’attimo in cui l’uomo si avvicina maggiormente al suo lato ferale. Il compito ricade su Barry Windsor-Smith, che racconta il momento in cui Logan diventa Arma X, l’arma perfetta.

Non è solo il tono lucido e travolgente con cui Windsor-Smith racconta la storia di Wolverine, ma sono le soluzioni stilistiche scelte che hanno eletto Arma X ad esser uno dei migliori fumetti Marvel della storia. L’uso delle didascalie, innovativo e calzante, il modo in cui sono costruite le tavole, studiate per veicolare la sofferenza e la rabbia del personaggio, sono perfette.

La morte di Capitan Marvel

Quanto può esser mortale un eroe? Ha il potere del cosmo a sua disposizione, ha affrontato nemici incredibili, eppure Mar-vell muore per un umanissimo cancro.

Jim Starlin vuole raccontare l’eroismo di Mar-vell mettendo in risalto il coraggio e la tenacia umana, trova l’epicità di un supereroe nel suo aspetto più umano: la sua mortalità.

Siamo abituati a vedere questi metaumani affrontare sfide incredibili, titani in mezzo a minuscoli esseri umani, eppure anche loro possono morire, ma tutto sta nel vedere come si affronti la sconfitta più grande.

Ed inevitabilmente compare l’amarezza di chi si ritrova a dover fronteggiare una perdita irragionevole per chi salva le galassie, come confessa un’affranta Bestia “Abbiamo passato anni a combattere i criminali e nessuno di noi ha cercato di trovare una cura per il cancro“.  Non si dovrebbe usare facilmente certi termini, ma qui siamo di fronte ad un capolavoro

Rinascita

rinascita

Frank Miller riscrive il mito di Daredevil, mostrandoci un eroe che tocca il fondo, pronto a gettare la spugna. Miller mette Matt Murdock di fronte al fallimento, Kingpin sembra finalmente aver trionfato. Murdock affronta le sue paure più recondite, ha perso la sua decisione e vede la sua vita andare in pezzi. Con spietata lucidità e ferocia, Miller mostra il lato più umano di Daredevil, scava nell’animo dell’uomo dietro la maschera per rendere all’eroe la sua forza, facendolo tornare alla sua missione.

I disegni di Mazzucchelli sono pura arte, Matt viene ritratto con una sensibilità e una pietà senza pari, alternando la disperazione dell’eroe al trionfo della sua nemesi. Non può esistere una lista dei migliori fumetti Marvel senza questo capitolo della storia del Diavolo Custode.

Il demone nella bottiglia

Oggi tutto vedono Tony Stark con il volto di Robert Downey Jr, scanzonato con qualche concessione alla serietà del personaggio. Ma non dimentichiamo che Iron Man è stato un eroe che ha affrontato, tra i primi, problemi umanamente seri, come l’alcolismo. Il demone nella bottiglia raccoglie le storie che a cavallo tra marzo e ottobre 1979 hanno segnato pesantemente la vita di Stark.

Le sue aziende stanno per esser assorbite totalmente dallo S.H.I.E.L.D., la vita da eroe continua a divorare il suo mondo privato e Tony Stark mostra di non sapere gestire tutto questo turbinio. Ecco emergere allora lo spettro dell’alcolismo, che lentamente logora ulteriormente lo spirito dell’uomo, che cerca un rifugio disperato nella maschera, l’alter ego metallico che mostrerà anch’esso di esser un punto debole per Stark.

David Michelinie imbastisce una storia dura e emotivamente carica, portando l’eroe al limite (senza toccare la perfidia di Miller con Daredevil) ma dandogli una via di salvezza, puntando molto al lato umano, interpretato al meglio dagli amici di Tony. Il passare degli anni palesa come la saga fosse simbolo del fumetto del periodo, con didascalie e passaggi troppo carichi, ma il suo spirito rimane inalterato e appassionante, grazie anche ai disegni di un giovane artista figlio d’arte che tanto avrebbe dato in futuro alla Marvel: John Romita Jr.

Requiem

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Norrin Radd compie un incredibile viaggio, il suo ultimo viaggio.

Non ci sarebbe nulla di eclatante, se Norrin non fosse Silver Surfer, uno degli esser più potenti della Galassia Marvel. Michael J. Straczynski imbastisce una storia in quattro atti in cui l’alieno affronta la sua mortalità, cercando sino all’ultimo di comprendere il senso della vita, trovando una risposta alle sue domande, incontrando amici con cui ha vissuto incredibile avventure per riuscire finalmente a comprendere l’umanità.

Stupefacente l’abilità con cui Silver Surfer viene ritratto in modo netto e delicato, nonostante sia messo di fronte ad alcuni dei grandi interrogativi dell’uomo. Frasi ad effetto ma mai stucchevoli, forse con un tocco di romantica ingenuità, ma capace di emozionare il lettore.  Inevitabile ammirare l’ottimo lavoro di Esad Ribic, capace di ritrarre una visione della storia di Straczynski suggestiva e travolgente. Requiem è di diritto nella lista dei migliori fumetti Marvel di sempre!

Dio ama, l’uomo uccide

Claremont è uno dei nomi più importanti dell’universo mutante Marvel. Complice un periodo in cui il tenore delle storie presero un tono più duro e cupo, Claremont ebbe il compito di creare una storia degli X-men che avrebbe dovuto aprire la grande stagione delle graphic novel della Casa delle Idee.

Claremont decide quindi di interpretare il crescente fanatismo dell’America reganiana innestandolo sulla serie Marvel che più di ogni altra accoglie temi come segregazione, xenofobia e incomprensione.

La figura di Stryker e la sua crociata anti-mutanti sono specchio di un’America pericolosa e ancora oggi attuale, con i mutanti nel ruolo di vittime travestiti da eroi. Claremont è un maestro nel costruire una sensazione di pericolo ed empatia nel lettore, travestendo con una sontuosa storia di fumetti una critica sociale lucida e impietosa.

Leggere oggi Dio ama, l’uomo uccide non perde minimamente di valore, ritratto inquietante della nostra contemporaneità.

Giorni di un futuro passato

Chris Claremont e John Byrne hanno fatto la storia dei mutanti di casa Marvel.

Prima con la Saga di Fenice Nera, e subito dopo con una epica avventura degli X-Men che avrebbe poi ispirato uno dei capitoli della vita cinematografica dei pupilli di Xavier.

Il duo di autori riesce a creare un futuro cupo e avverso ai mutanti, dando vita agli incubi vissuti nei fumetti degli X-Men, creando una storia di viaggi nel tempo che avrebbe influenzato molto l’immaginario fantascientifico futuro (il primo Terminator uscì due anni dopo).

Veder Kitty Pryde aggirarsi nella New York futura è una morsa al cuore, grazie ai dialoghi e alla perfetta caratterizzazione della prigionia dei mutanti, così come il suo viaggio nel passato, ad incoraggiare e guidare i propri compagni verso una scelta che li renda migliori di chi li odia. La potenza di Giorni di un futuro passato è l’aver mantenuto inalterato il proprio vigore narrativo anche dopo trent’anni dalla sua uscita.

Il ragazzo che collezionava l’Uomo-Ragno

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Curiosamente, un altro fumetto in cui l’esser supereroe passa in secondo piano rispetto all’umanità sotto la maschera. Non ci sono combattimenti, non c’è avventura, ma il protagonista, il giovane Timothy Harrison, riceve un dono inatteso: la visita del suo supereroe preferito. Roger Stern sceglie di metterci davanti ad una storia incredibilmente umana, in cui Spidey ripercorre parte della propria vita, vista con gli occhi appassionati e entusiasti di un adolescente, sino alla richiesta finale: scoprire chi sia realmente Spider-Man. Dopo una spiegazione su quanto sia necessaria la riservatezza per un eroe, alla fine Spidey cede, sapendo che quello di Timothy è il suo ultimo desiderio. E Ron Frenz disegna un Parker incredibilmente umano, nella sua commozione, nell’esser eroico nel mostrare la propria umanità. Il ragazzo che collezionava l’Uomo Ragno è il miglior ritratto dello spirito più umano e sincero di Spidey.