Flick ‘em Up: Dead of Winter, non tutti gli zombie buoni sono degli zombie morti [Recensione]

Abbandoniamo i polverosi deserti del Far West perché Ghenos Games ha un nuovo campione di schicchere in città (o flick, a seconda di come preferite chiamarli), e si chiama Flick ‘em Up: Dead of Winter.

Dopo aver esplorato l’ambientazione del vecchio west con Flick ‘em Up, il gioco da tavolo di sparatorie di Gaëtan Beaujannot e Jean Yves Monpertuis, edito originariamente da Pretzel Games; al termine dell’anno scorso Ghenos ha portato in Italia il sequel a tema zombie che ha ripreso le meccaniche dei due autori francesi, arricchendolo con le idee di Jean Yves Monpertuis e Isaac Vega.

Basato sull’ambientazione del sempreverde Dead of Winter, il nuovo Flick ‘em Up ha riportato i combattimenti a colpi di flick sui nostri tavoli, introducendo numerose modalità di gioco inedite, nuove componentistiche e orde di zombie che piovono (più o meno letteralmente) dal cielo.

Sarà bastato per soddisfare la nostra fame di cervelli? Scopritelo di seguito nella nostra recensione!

Dentro la scatola di Flick ‘em Up: Dead of Winter

Abbandonati i materiali in legno del suo cugino d’america (in realtà già accantonati con la seconda edizione del gioco originale), all’interno della scatola di Flick ‘em Up: Dead of Winter troveremo ad attenderci una valanga di zombie ed eroi in plastica ad alta densità. Si tratta di sagome sulle quali dovremo attaccare numerosi adesivi, sul fronte e sul retro, per dare un volto ai nostri eroi e ai loro nemici: tre diverse varianti estetiche di zombie.

3 barili, 3 scatole, diversi proiettili, degli zaini, un dischetto per il movimento, un pugnale, una mazza da baseball e diversi supporti per le sagome completano la dotazione in plastica del gioco, mentre il resto del materiale come i segnalini, gli edifici, le automobili ed i lampioni, sono realizzati in un robusto cartoncino rigido. Lo stesso vale per la torre degli zombie che sarà oltretutto da assemblare e il cui funzionamento vi sarà più chiaro proseguendo nella lettura.

Oh, già. Ci sono anche diverse carte di cui, tuttavia, non parleremo in questa recensione per non rovinarvi la “sorpresa”.

Insomma, con un totale di 29 pedine e svariati elementi scenici, spenderete un’ora abbondante a montare, defustellare, appiccicare adesivi e svolgere il setup della vostra prima partita. L’impatto visivo della città invasa dagli zombie, però, varrà tutto il vostro impegno.

Qui sotto potete dare un’occhiata al nostro unboxing nel caso voleste vedere più da vicino ogni singolo materiale:

Imbracciate fucili, coltelli e mazze da baseball: arrivano gli zombie!

Se non avete mai giocato, o visto, un titolo della serie di Flick ‘em Up, ecco un breve riassunto del suo funzionamento.

Si tratta di un titolo in cui, per giocare, non starete seduti comodamente sulla vostra sedia.

I movimenti dei personaggi, così come gli attacchi con le armi bianche o da fuoco, avverranno infatti attraverso un flick di un dischetto, di un proiettile o di un altro elemento di gioco (in questo caso specifico abbiamo anche un pugnale e una mazza da baseball); che dovremo utilizzare per spostarci nella posizione desiderata o per abbattere lo zombie di turno.

Niente lanci di dadi, niente posizionamenti di meeple per aggiudicarsi le risorse nel round. Tutto avviene in modo dinamico all’interno di una cittadina i cui edifici sono delle vere e proprie scenografie in 3D e che, a seconda della loro disposizione, andranno a formare differenti scenari.

Nello specifico, il regolamento del gioco, per 2-10 giocatori, dai 14 anni in su e per la durata di circa 45 minuti a scenario, offre la possibilità di intavolare 2 diverse campagne da 5 scenari ciascuna.

La prima campagna è totalmente collaborativa mentre la seconda metterà due squadre una contro l’altra, ma sempre con la minaccia degli zombie (controllati dal gioco) ad incombere sul nostro gruppo di sopravvissuti.

Con l’avanzare degli scenari, inoltre, vengono introdotte nuove regole per ampliare l’esperienza di gioco. Ad esempio sarà possibile scoprire come entrare negli edifici per cercare provviste e combattere gli zombie presente all’interno (in una modalità di gioco separata rispetto a quanto fatto finora), oppure capire il funzionamento di un fucile da cecchino (si sparerà utilizzando una sagoma per una maggior precisione) o di uno a canne mozze.

Non voglio svelarvi troppo di questo aspetto poiché il piacere, in questo caso, sta anche nella scoperta delle numerose possibilità offerte da Flick ‘em Up: Dead of Winter.

Ma come si svolgono i turni?

In breve. Ogni turno di gioco permette ai sopravvissuti (ognuno dotato di una plancia che ne indica punti ferita ed equipaggiamento iniziale) di svolgere 2 azioni. Se lo zaino posto sul dorso del nostro personaggio ci permetterà di attivarlo (lo zaino ruota ad indicare se il personaggio può svolgere azioni a seconda se sia giorno o notte come segnalato dal turno in corso), potremo muoverci, attaccare o raccogliere / lasciar cadere un oggetto.

Giocando su un tavolo che permetta il corretto scivolamento di un dischetto in plastica, potremo ad esempio tentar di spostare con un flick la nostra pedina. Oppure, posizionando un dischetto proiettile (o di qualsiasi altra arma in nostro possesso) sul fianco del nostro personaggio, tentare di abbattere uno zombie che ostacola il nostro percorso colpendolo e facendolo cadere.

Non tutte le armi sono letali e ogni arma produce una diversa quantità di rumore. Al termine delle nostre due azioni, a seconda del rumore generato (consultabile attraverso una comoda e semplice tabella), verrà attivata una “zombie run”.

Si tratta di una delle tante novità introdotte in Flick ‘em Up: Dead of Winter, una torre dalla quale faremo precipitare un certo numero di zombie a seconda del rumore prodotto e che simulerà lo spostamento e l’attacco degli stessi.

Gli zombie utilizzati saranno infatti quelli più vicini alla fonte del rumore e uno scivolo posto alla base della torre indirizzerà i mangiacervelli verso lo sfortunato sopravvissuto (anche qui nel tentativo di farlo cadere).

Se il nostro gruppo riuscirà a completare l’obbiettivo suggerito dallo scenario entro l’ultimo turno di gioco, avremo vinto la partita.

Conclusioni

Che spasso questo Flick ‘em Up: Dead of Winter!

Se siete già dei giocatori di vecchia data, questa nuova incarnazione di Flick ‘em Up aggiunge tante novità alle meccaniche di gioco già ben rodate della serie; probabilmente superando anche il suo predecessore in termini di profondità.

L’ambientazione è presente ed è forte. Vi sembrerà davvero di trovarvi con un gruppo di amici in un episodio di The Walking Dead, passando anche diverso tempo a discutere su quale sia la strategia migliore da adottare per non attirare attenzioni indesiderate verso, magari, un compagno che è già stato ferito più volte.

Certo, stiamo pur sempre parlando di un gioco di destrezza in cui è necessario sorvolare sul riposizionamento preciso di pedine ed elementi scenici una volta che questi cadranno (e lo faranno spesso). Astenersi quindi giocatori perfezionisti, che non riescono a tollerare la mancanza di un tabellone dove tener ordinate ed impilate le proprie risorse.

In Flick ‘em Up: Dead of Winter tutto lo svolgimento sarà molto meno rigido e sarà necessario chiudere un’occhio anche quando la squadra avversaria tenterà di “rubare” qualche millimetro per tentare un flick migliore.

Questo non toglie comunque divertimento ad un gioco che, seppur limitato dalle “sole” due campagne (non è presente nel manuale la modalità per il gioco libero), offre comunque una grande rigiocabilità proprio grazie alle innumerevoli possibilità da esplorare per portare a termine una missione.

Una volta superato lo scoglio del montaggio e assemblaggio dei componenti, nonché qualche incertezza nel regolamento, passerete ore per le strade di Flick ‘em Up: Dead of Winter in cerca di una nuova testa da far saltare con un flick. Garantito!