Outlaw King, su Netflix si combatte per la Scozia!

Manuel Enrico Di Manuel Enrico 8 Min di lettura

Braveheart trasformò tutto il mondo in scozzese. Il film di Mel Gibson, fatto di scene epiche, alcune delle quali passate alla storia del cinema, ebbe il merito di presentare un affascinante personaggio storico, William Wallace, uno dei simboli dell’eterna lotta tra Scozia ed Inghilterra, rendendolo un eroe della libertà senza tempo.

All’interno del film di Gibson, tutto era focalizzato sulla figura di Wallace, presentando in modo non esattamente lusinghiero un altro protagonista fondamentale della storia scozzese, Robert Bruce.

Tocca quindi a Outlaw King (Il Re Fuorilegge) mostrare la caratura di Bruce.

Netflix presenta Outlaw King, film che ricalca le gesta di Robert Bruce, l’uomo che guidò gli scozzesi contro la corona inglese

Presentato in anteprima allo scorso Toronto International Film Festival, Outlaw King arriva su Netflix in questo week end di novembre, andando ad arricchire il catalogo cinematografico di Big N e cercando di lenire la delusione di produzioni quali La Fine o Titan.

Mettiamo subito in chiaro una cosa: il passaggio diretto di questa pellicola allo streaming casalingo è un delitto.

Outlaw King avrebbe meritato almeno un minima permanenza nei cinema, visto il sontuoso lavoro visivo che David Mackenzie ha realizzato.

La Scozia è uno dei luoghi più affascinanti dal punto di vista naturalistico, e il regista ha voluto omaggiare questo fascino rendendo l’amata terra di Robert Bruce una protagonista sempre presente e mai invasiva.

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Outlaw King potrebbe essere visto come un ideale sequel di Braveheart, dato che segue gli eventi storici seguenti alla sconfitta di Wallace. Il riferimento all’eroico sacrifico di William Wallace non manca in Outlaw King, ma anzi ne diventa uno “scomodo” punto di partenza per le gesta di Robert Bruce, tacciato da molti suoi connazionali di non esser stato al fianco dell’eroe ribelle quando ce n’era bisogno.

L’apertura del film vede Bruce, interpretato da Chris Pine, piegare il proprio ginocchio alla corona inglese, rappresentata da Edoardo I.

Inizialmente pare esserci una sottomissione della famiglia Bruce alla dinastia inglese, con una serie azioni che sembrano piegare il fiero spirito scozzese.

Pine, in questa fase, è ottimo nel mostrare la rassegnazione, mista a vergogna, di un uomo che deve chinare il capo. Ma quanto può uno spirito indomito rimanere sopito?

Questa sudditanza rimane tale solo fino alla testimonianza della morte di Wallace, intelligentemente non mostrata nella sua cruenza, ma identificata come il punto di rottura per l’animo di Robert Bruce.

Dopo un matrimonio combinato inizialmente ostico, Robert inizia la sua difficile conquista di un’indipendenza scozzese, aiutato inizialmente da pochi fedeli clan.

Outlaw King ripercorre questa rinascita scozzese sino alla battaglia di Loudoun Hill, il punto di svolta della lotta indipendentista scozzese. Crocevia dei rapporti futuri tra Scozia ed Inghilterra, l’esito di questo scontro rappresenterà la consacrazione di Robert Bruce come Roberto I di Scozia.

Passando dalla storia al cinema, Outlaw King vuole esaltare proprio la figura di Robert Bruce, un intento che comporta un’inevitabile presa di posizione netta, con il rischio di penalizzare in alcuni momenti un film che rimane comunque un’ottima prova di cinema.

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Bruce viene presentato in un’ottica principalmente positiva, non senza qualche concessione ad azioni non proprio degne di un cavaliere che sono, però, necessarie all’interno della dinamica degli eventi del film.

Questa caratterizzazione del personaggio viene anche esaltata dalla buona recitazione di Chris Pine, che riesce a dare al suo Bruce una connotazione eroica ma al contempo umana.

Contribuisce non poco a questa sensazione una visione degli inglesi decisamente di parte.

Se gli scozzesi sono gli ideali eroi del film, in Outlaw King gli inglesi sono presentati in modo palesemente negativo, rendendoli dei nemici quasi macchiettistici.

Edoardo II (Billy Howle) passa dall’esser un ragazzino borioso ad un re particolarmente crudele e detestabile.

Nella realtà storica, Edoardo II non fece una bella fine, come ricorda anche il finale del film, ma il modo in cui viene ritratto in Outlaw King sembra, a tratti, eccessivamente forzato.

La violenza con cui gli inglesi si abbattono sugli scozzesi, con tattiche vigliacche e una perfidia costantemente rimarcata, corre il rischio di offuscare l’eroismo scozzese a causa di questa eccessiva stigmatizzazione, il voler imporre ad ogni costo un ruolo odioso alla corona inglese, senza possibilità di ulteriori approfondimenti.

Il film valorizza al meglio la splendida cornice naturale della Scozia

Il cast di Outlaw King è uno dei punti forti di questa produzione.

L’alchimia tra Pine e Florence Pugh, interprete della moglie Elizabeth, è evidente, dando vita ad un rapporto inizialmente spigoloso che bene presto mostra un’evoluzione suggestiva e toccante.

Non mancano comprimari d’eccellenza tra le fila scozzesi, su cui svetta il sempre perfetto Tony Curran, attore scozzese mai sufficientemente apprezzato. Il suo Angus MacDonald è uno dei personaggi più colorati ed iconici del film, fedele compagno di Robert Bruce e capace di esserne il sostegno morale nei momenti più duri.

Outlaw King è da apprezzare soprattutto per la sua scenografia, capace di offrire uno spettacolo visivo sempre emozionante, grazie alla bellezza naturale della Scozia, immancabile protagonista di questo racconto storico.

La ricostruzione del periodo passa anche da questi scorci paesaggistici, in cui i personaggi si muovono con naturalezza, offrendo anche una discreta ricostruzione di architetture e usi del periodo.

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Non può mancare l’aspetto più violento del conflitto, utilizzato non tanto come picco adrenalinico per stupire lo spettatore, ma come specchio della violenza e della disumanità delle guerre.

Dal violento attacco notturno all’accampamento scozzese, sino alla battaglia finale di Loudoun Hill, eroica e sanguinaria al contempo, il film fornisce lo specchio di un modo antico di far guerra, tra tattiche vincenti e pura e semplice violenza.

Outlaw King, tra pregi e difetti, si rivela comunque una buona produzione, capace di emozionare con alcune scene cariche di pathos e con un ritmo narrativo capace di tenere incollati allo schermo, con giusto un piccolo calo verso il finale, prima della battaglia conclusiva.

La nuova proposta di Netflix rimane un film interessante e di carattere, rendendo Outlaw King adatto a una serata di cinema casalingo che di certo avrebbe meritato l’esperienza delle sale.

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