Shazam: quando Capitan Marvel non era un supereroe Marvel

SHAZAM! Quando pronuncia questa parola magica, il giovane Billy Batson ottiene la saggezza di Salomone, la forza di Hercules (che poi sarebbe Ercole, ma se traduco si perde l’acronimo), la resistenza di Atlante, il potere di Zeus, il coraggio di Achille e la velocità di Mercurio. Questa è la premessa del fumetto di supereroi più popolare degli anni ’40, che raggiunse 14 milioni di copie vendute.

Eppure non era pubblicato da nessuna delle due case editrici che ancora oggi sono le major del settore. Per aumentare la confusione, il supereroe si chiamava Capitan Marvel, come il personaggio cosmico e guerriero dissidente Kree della Casa delle Idee, e solo in tempi recenti si è deciso di ribattezzarlo Shazam, come la parola magica che gli conferisce i poteri.

Shazam, quando una parola cambia il destino di un uomo

Agli albori dell’epoca dei supereroi, i personaggi in calzamaglia erano pubblicati da una pletora di case editrici: Charlton, Dell, All American Pubblications, EC, Lev Gleason Pubblications, Nedor, Quality, Novelty… Timely (poi Atlas e dopo ancora Marvel), National e Detective Comics (che poi si fusero e divennero DC), e ovviamente la Fawcett, che diede alle stampe a partire dal 1° febbraio 1940 (la data è convenzionale e probabilmente la pubblicazione risaliva al 1939), sul numero 2 della rivista Whiz Comics, un fumetto creato da C. C. Beck e Bill Parker, che allontanava il filone dei supereroi dalla sua ignobile parentela del romanzo pulp e lo spostava più verso lo stile della striscia sindacata.

shazam Captain_Marvel_Billy_Batson+

Capitan Marvel (nelle intenzioni del suo autore, Captain Thunder, ma il nome fu cambiato all’ultimo momento per problemi di copyright) non è un superuomo che incarna un ideale di virile infallibilità come Doc Savage, né un vigilante tenebroso come The Shadow, ma un ragazzino con la passione della radio che, dopo un fortuito incontro con un mago, ottiene il potere di trasformarsi in una sorta di adulto ideale.

Il disegno ha un livello di stilizzazione tale che chiunque si avvicendi alle matite può riprodurlo sempre allo stesso modo, proprio come nelle strisce. In mezzo a tanti autori di fumetti un tanto al chilo, Beck & Parker tentarono questo approccio nuovo consapevolmente, e non scopiazzando quello che facevano con ottimo successo Batman e Superman. Nondimeno, però, presero a prestito qualche ingrediente da una ricetta di sicura riuscita, e così, il supereroe della Fawcett aveva più o meno le stesse capacità di Superman, e un alter ego umano simile a un mite reporter.

Si dice che Roscoe Fawcett, direttore editoriale e figlio del fondatore della casa editrice, avesse chiesto espressamente “Datemi un Superman, la cui altra identità sia però ragazzino di 10 o 12 anni“. In circa 8 anni di vita editoriale, la popolarità di Capitan Marvel schizzò così in alto da generare numerosi spin-off, in cui apparivano altri personaggi dotati del Potere di Shazam: c’era Capitan Marvel Jr., alias Freddy Freeman, l’immancabile spalla adolescente; Mary Marvel, la necessaria controparte femminile; Black Adam, il doppio malvagio.

E la cosa degenerò al punto da includere anche Hoppy il Marvel Coniglietto, lo Zio Marvel, Tawky Tawny la tigre parlante, fino a raggiungere la quota di 1.790 storie pubblicate, sulle quali si alternarono diversi talenti: dopo Beck, il massimo apporto creativo alla scrittura del personaggio fu dato da Otto Binder, un autore destinato a diventare importantissimo anche per la DC negli anni successivi.

Mai mettere gli avvocati di mezzo: la causa per violazione di copyright

Un successo così travolgente faceva rabbia a molti. Soprattutto alla DC Comics (all’epoca però non si chiamava ancora così) che già dal 1941 tentò di dimostrare che Capitan Marvel era un plagio di Superman. Il processo ebbe luogo soltanto nel 1948; la prima sentenza arrivò nel ’51, a favore della Fawcett Comics, e la seconda, che andava a negare alcuni elementi della prima e avrebbe dato luogo ad altre convocazioni in tribunale, nel 1952. A quel punto erano successe diverse cose.

shazam Captain_marvel_1941

Capitan Marvel aveva sperimentato il picco della sua popolarità attorno al ’45 e un calo fino a metà delle vendite nel ’48, e per cercare di riacchiappare i lettori aveva abbandonato il suo tono scanzonato originale; era stato licenziato per un serial cinematografico nel ’41 da Republic Pictures, e tradotto e ristampato in altri paesi.

Recentemente, è stato ipotizzato che Mondadori avesse depositato il titolo Nembo Kid per adattare Capitan Marvel, e solo dopo i guai giudiziari del personaggio avrebbe ripiegato su Superman, un personaggio il cui nome è così semplice da pronunciare e memorizzare che non avrebbe avuto bisogno di adattamenti.

Anche in Inghilterra Capitan Marvel era popolarissimo. L’editore L. Miller & Son, una volta appreso dei problemi relativi al copyright, chiese a un autore britannico, Mick Anglo, di creare dei fumetti originali rivisitandolo un po’. Nacque così Marvelman, l’alterego di Mike Moran che si trasformava pronunciando la parola Kimota!. Marvelman tornò ad essere un successo negli anni ottanta, quando Alan Moore e Garry Leach lo riproposero all’interno della rivista antologica Warrior come una riflessione sul genere dei supereroi.

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Il fumetto su un essere quasi divino che cammina tra i mortali piacque anche agli americani, che però per evitare guai con la Marvel gli cambiarono nome in Miracleman. Se il Capitan Marvel originale era stato una pietra miliare dell’Età dell’Oro dei fumetti americani, il suo figlio illegittimo Miracleman era destinato ad esserlo per l’Era Moderna. E anche questa storia finì con un’estenuante causa legale, terminata con il recente passaggio dei diritti del personaggio alla Marvel, che però ha mantenuto il nome Miracleman anziché chiamarlo di nuovo Marvelman. Confusi? Io ho già il malditesta… lasciamo perdere, che questa è un’altra storia.

Shazam! Capitan Marvel passa alla DC Comics

Nel 1954 la Fawcett in declino aveva accettato in un accordo privato di terminare la pubblicazione di Capitan Marvel e di indennizzare la DC per la violazione di copyright. Nel 1972 Carmine Infantino, editore capo della DC Comics, decise di acquistare il personaggio dalla Fawcett e di rilanciarlo.

Nel frattempo, era apparso un altro fumetto dal titolo Capitan Marvel (quello, appunto, della Marvel), e così per evitare confusione e altri guai in copertina la testata divenne Shazam. Il fumetto, che univa ristampe di storie degli anni ’40 e ’50 e nuovi episodi, veniva realizzato da un team misto di vecchie glorie del Capitan Marvel originale e di nuove leve, fra cui, ai testi, Dennis O’Neil.

Nelle storie moderne, veniva stabilito che le vicende si svolgevano in una delle numerose terre alternative già visitate da Superman e soci, perciò il personaggio apparteneva al DC Universe, pur restandone un po’ ai margini. Ci vollero 34 numeri e circa cinque anni perché il fumetto si scrollasse di dosso l’odore di vecchio e tornasse a piacere ai lettori; nel frattempo molti degli elementi tradizionali erano stati abbandonati ed era divenuto un supereroe tipico.

shazam_e_miracleman

Nel 1981, Shazam finì in mano a Roy Thomas, fresco di trasferimento dalla Marvel. Nel 1985, con la Crisi sulle Terre Infinite, le terre alternative cessarono di esistere e Capitan Marvel cominciò a coesistere a tutti gli effetti con Superman, Batman, Lanterna Verde e gli altri big della DC Comics.

Attorno al 1986 il personaggio apparve in miniserie e come comprimario di serie corali (Legends, Justice League, Shazam! A New beginning) nel corso delle quali gli scrittori Keith Giffen, J. M. DeMatteis, e Roy & Dann Thomas riportarono in scena tutti i personaggi più caratteristici di Capitan Marvel, e aggiunsero al suo mito un elemento fondamentale: quando Billy Batson si trasforma, la sua personalità rimane sostanzialmente quella di un ragazzino di 10 o 12 anni, ed è per questo che l’attitudine del supereroe è tanto allegra e ingenua come negli anni ’40, anche in un epoca in cui i fumetti stavano diventando sempre più violenti e tenebrosi.

Tra il ’91 e il ’99 il personaggio visse una nuova stagione di popolarità grazie al talento di Jerry Ordway, che scrisse una serie regolare un po’ distaccata dalle mini precedenti. Nel 2000, quando ormai sembrava che il personaggio fosse destinato all’oblio, Geoff Johns e David Goyer inclusero il suo arcinemico Black Adam nella Justice Society of America, facendone un antieroe.

Dal 2006, con la maxiserie The Trials of Shazam, di Judd Winick, Howard Porter e Mauro Cascioli, Capitan Marvel entrò a far parte del filone magico e mistico dell’Universo DC, nel corso del quale Billy Batson stesso prese il posto del Mago Shazam sulla Rocca dell’Eternità. Nel 2012, durante il rilancio editoriale chiamato New 52, oltre al ritorno di Billly Batson e all’introduzione di nuovi membri della famiglia, il nome Capitan Marvel viene definitivamente abbandonato in favore del titolo in copertina: SHAZAM.

Shazam Marvel_Superman

La fortuna di Capitan Marvel riguarda anche gli altri media, infatti fu protagonista, oltre che del già citato serial cinematografico del ’41, anche di una serie di telefilm in onda in America dal ’74 al ’77, e un cartone animato prodotto da Hanna & Barbera trasmesso dall’81 all’82. Entrambi questi serial andavano in onda abbinati a un serial originale; con lo Shazam in carne e ossa andava in onda Isis, la prima serie tv con protagonista una supereroina (precedette entrambe Wonder Woman e la Donna Bionica); con il cartone andava in onda Hero High, serie originale ambientata in una scuola di supereroi che precede di più di trent’anni My Hero Academia!

In tempi recenti ha continuato ad apparire in videogiochi e cartoni animati, ma sono queste prime apparizioni ad averlo fatto conoscere al di fuori della cerchia dei lettori in America, garantendo al personaggio una popolarità mai raggiunta da noi.

I nemici di Capitan Marvel

L’importanza di Black Adam per la popolarità di Capitan Marvel in tempi moderni è fondamentale; il personaggio è stato protagonista di numerose avventure indipendenti e il suo mito è stato espanso fino a dare brevemente anche a lui una versione della Marvel Family. Black Adam condivide con Billy Batson l’origine dei poteri: il ragazzino infatti non è stato il primo a ottenere dal mago Shazam un simile dono.

Nell’Antico Egitto, la parola magica fu insegnata a Teth Adam/Black Adam, che però fu sedotto dal potere e lo usò per tentare di conquistare il mondo, perciò il mago lo esiliò in un’altra dimensione, dalla quale torna a ogni reboot giusto in tempo per dare il tormento al povero Billy.

Nel corso di quell’affresco collettivo dell’universo DC che è stato la serie 52 del 2006, Black Adam in cerca di riscatto condivise i suoi poteri con una donna, Adrianna Tomaz, e le il nome Isis, come la supereroina del telefilm anni ’70. Isis, con il fratello Osiris, morì in un complotto dell’organizzazione criminale Intergang, che distrusse la sua “Black Family” spingendo Black Adam a rinunciare a ogni tentativo di redenzione e a scatenare contro i suoi nemici una violenza mai vista.

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La lista di avversari di Capitan Marvel è ancora lunga e popolata di scienziati pazzi, alieni, mostri saccheggiati dal cinema e dalla letteratura, criminali di strada e ovviamente nazisti, come per ciascun altro supereroe con una vita editoriale tanto longeva.

I più importanti sono il Dottor Sivana, uno scienziato geniale e inventore formidabile pieno di rancore verso l’umanità che non capisce il suo genio; fra le altre cose, è Sivana il primo a ribattezzare Capitan Marvel “The Big Red Cheese”, (il Ragazzone in Rosso), un soprannome che talvolta nelle edizioni italiane è divenuto troppo letteralmente “il Formaggione Rosso”, nomignolo surreale che certamente a C. C. Beck e a Otto Binder sarebbe piaciuto. Poi ci sono Mister Mind, un bruco telepate che parla attraverso una scatoletta e comanda un’organizzazione chiamata “Società dei Mostri del Male” e Capitan Nazi, il nazista con meno fantasia per i nomi di tutti i tempi.

Ed ora il mito di Shazam è pronto a sbarcare al cinema con il film solista, con il volto di Zachary Levi. Dai trailer sembra che lo spirito scanzonato del personaggio sia stato ben ricreato, non ci resta che sperare che il passaggio al mondo dei cinecomic renda onore a Shazam!