A quanto pare a Netflix non piace il termine “binge watching”: ecco perchè

binge watching

Provate ad immaginare se la Ferrari, per esempio, mettesse in guardia i propri piloti ufficiali nel pronunciare la frase “a tutta velocità” nel corso delle interviste rinunciando, di fatto, ad utilizzare un termine o un modo di dire che in qualche modo descrive ed è legato in maniera profonda ed identificativa all’azienda stessa.

Stando a quanto riferito da Guy Pearce, Netflix si sarebbe raccomandata con i “suoi” attori di evitare di usare il termine binge watching

Ebbene, secondo quanto riferito da Guy Pearce, che ha da poco debuttato proprio sulla piattaforma di streaming come protagonista della nuova serie TV The Innocents, Netflix ha chiesto all’attore e agli altri suoi colleghi di evitare l’uso del termine binge watching durante la campagna promozionale della serie TV.

In una recente intervista con la rivista Empire, a Pearce è stato chiesto se credeva che The Innocents potesse essere guardata in “modalità” binge watching dal pubblico, con l’attore che ha puntualizzato come al colosso dello streaming tale termine non piaccia molto:

So che la gente lo fa, ma non credo che a Netflix piaccia questo termine .

Quando abbiamo fatto la promozione di The Innocents negli USA, eravamo stati rigorosamente istruiti in anticipo di non parlare di “binge watching”.

Non è che ci è stato chiesto di non usare quel termine e preferire magari parole come maratona televisiva: ci è stato proprio detto che lo dovevamo evitare.

The Innocents

Proprio nel 2014 Netflix condusse un’indagine di mercato intervistando gli spettatori i cui risultati avevano evidenziato come il 61% degli intervistati praticasse regolarmente il binge watching, dato che le varie stagioni delle serie TV venivano rilasciate in blocco.

Lo stesso studio aveva evidenziato che il 73% delle persone intervistate aveva definito “binge watching” l’osservare tra i 2 e i 6 episodi dello stesso programma TV in una sola volta.

Questo veto di Netflix, o comunque la raccomandazione di non utilizzare il termine, probabilmente è dovuto al fatto di voler in qualche modo tenere lontane eventuali associazioni con alcuni disturbi comportamentali come il binge eating disorder (alimentazione incontrollata) e il binge drinking (assunzione smodata di bevande alcoliche in poco tempo), in maniera tale da stigmatizzare eventuali comportamenti compulsivi legati proprio alla pratica di guardare determinati show in un colpo solo.

Si sa, le multinazionali statunitensi sono sempre attente a non porgere il fianco ad eventuali disapprovazioni o accuse che potrebbero far nascere problemi legali, con gli avvocati di Netflix che probabilmente hanno fiutato la possibilità che tali problemi potessero davvero verificarsi.

Cosa ne pensate? Praticate anche voi con regolarità il binge watching? Fatecelo sapere con un commento qui sotto!

Fonte: Screenrant