Angie Digitwin, la nuova eroina digitale inizia la sua avventura!

angie digitwin copertina

Dopo un numero zero che ha fatto subito intuire come Angie Digitwin, la nuova serie pubblicata da Panini, potesse rappresentare un nuovo modo di intendere la fantascienza italiana, il primo albo arrivato in edicola in questi giorni diventa il primo vero passo della vita di questa nuova eroina, perfetta rappresentante dell’era digitale.

Non è un caso che la nascita di questo personaggio sia stata orchestrata anche da Telecom, il colosso nostrano della comunicazione, che ha presentato il personaggio, con un’operazione di marketing interessante, all’interno dei suoi ultimi spot. Ma come evitare il pericolo di trovarci di fronte ad una semplice ‘eroina immagine’?

Dopo la sua avventura romana, Angie Digitwin torna in edicola con il primo numero regolare della sua serie!

Per dare spessore a questa nuova eroina, ci si è quindi affidati a un trio autoriale che avesse ben chiari quali fossero i requisiti necessari per valorizzare Angie: conoscenza della fantascienza e affinità con protagonisti femminili. Non dovrebbe quindi stupire che Stefano Vietti, Luca Enoch e Mario Alberti figurino sulla copertina del primo albo di Angie Digitwin, assieme ad Andres Mossa che si è occupato degli ottimi colori dell’albo.

Il mondo in cui veniamo portati non è un universo futuro, ma è la nostra quotidianità, che viene resa ancora più vivida dalla scelta di ambientare le avventure di Angie nella nostra Italia. Se nel numero 0 eravamo alle prese con una trasferta romana, in questo primo albo ci ritroviamo a seguire la nostra eroina mentre gira Torino o combatte i suoi avversari a Milano.

angie digitwin copertina

Uno degli ingredienti vincenti di Angie Digitwin è proprio il volere creare con il lettore un terreno comune, che si basa su scenari noti e, soprattutto, su un background piuttosto comune. La cultura digitale, o meglio la vita digitale, sono ormai costanti nella nostra vita quotidiana, e Vietti ne orchestra al meglio la presenza anche in Angie.

In fin dei conti, parliamo di un autore che ha masticato parecchia fantascienza, dallo storico Hammer al longevo Nathan Never (dove ha realizzato saghe ancora oggi molto amate), prima di approdare all’osannato mondo fantasy di Dragonero.

La storia che leggiamo riesce a coniugare al meglio un gusto cyberpunk con una buona caratterizzazione della protagonista e delle figure che le ruotano attorno. Con arguzia ci vengono svelati piccoli dettagli del suo passato che saranno, sicuramente, un riferimento alle sue origini e ai poteri di cui sembra dotata.

Nel leggere il primo albo di Angie Digitwin si ha al contempo un senso di familiarità con la protagonista, dovuto al suo esser una giovane donna attuale e ben inserita nella nostra realtà sociale, ed un tocco di mistero che viene avvolto attorno al suo passato ed al suo particolare potere.

Come lettore, ho sempre apprezzato lo stile di Vietti nel creare i suoi personaggi e guidarci lentamente alla scoperta della loro anima, del loro ‘sé’. Nel caso di Angie, questa scoperta passa, almeno in questo primo incontro, attraverso piccole frasi lasciate emergere, dal modo in cui vengono ritratte le espressioni di alcuni personaggi (come la nonna).

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Per dare tono ad una storia, per quanto solida, servono disegnatori che sappiano valorizzare il contesto emotivo, colpendo visivamente il lettore e facendolo incuriosire alla storia.

Mario Alberti e Luca Enoch sono due autori che non hanno bisogno di presentazioni, e il loro lavoro su Angie Digitwin conferma la loro meritata fama.

Il dinamismo di Alberti è da sempre uno dei suoi aspetti che più ammiro. Nel suo tratto scattante emergono delle pose dinamiche e, a tratti, nervose che denotano al meglio la tensione dei movimenti, ne esaltano lo sforzo e donano alle tavole una vitalità particolare.

Enoch, dal canto suo, ha una certa dimistichezza nel ritrarre giovani eroine. Da Sprayliz a Gea e Lilith, il suo tratto per me è ormai un marchio di garanzia quando scendono in campo protagoniste femminili. Ci sono movenze ed espressioni particolarmente delicate, inconfondibilmente femminili, che Enoch pare disegnare con una facilità unica, rendendo pienamente omaggio ad una sensibilità precisa che caratterizza le sue protagoniste.

Angie Digitwin potrebbe essere una nuova, interessante dimensione della fantascienza a fumetti made in Italy

Queste tre anime di Angie Digitwin sono perfettamente bilanciate, raggiungendo un equilibrio che viene ulteriormente esaltato dai colori di Andres Mossa. Il lavoro del colorista è particolarmente apprezzabile, visto che riesce a dare colore sia al mondo reale, con toni caldi e gradevoli, che al mondo parallelo di Angie, lasciando comparire elementi più fantascientifici e realizzando dei giochi di luce che sanno esaltare sia la sua anima cyberpunk che quella più battagliera.

Dopo il numero 0, ero particolarmente curioso di vedere come Angie Digitwin si sarebbe sviluppata. La tentazione di considerarla una semplice ‘marchetta’ commerciale di un noto brand la avevo avuta, lo confesso, ma i tre nomi che erano associati al progetto erano stati un motivo sufficiente a non dare nulla per scontato.

Ovviamente un solo albo non può esser il metro di giudizio di un progetto come Angie Digitwin, ma ogni avventura comincia con un primo passo, e nel caso della nostra eroina digitale questo primo step è decisamente incoraggiante!