BattleTech: i MechWarrior vanno in guerra! – Recensione

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Quando si tratta di pilotare giganteschi robot corazzati, è difficile fingere di non esser interessati. Che si tratti degli Jaeger di Pacific Rim o dei mech con cui abbiamo difeso la Terra in Into the Breach, non importa, quando si parla di robot non si può rimanere indifferenti. Ci sono però dei nomi che vanno oltre la semplice curiosità ed entrano direttamente nell’olimpo. Ed in cima a tutti svetta BattleTech.

Parlare di BattleTech in un semplice articolo è quasi impossibile. Questa ambientazione futuristica è una delle più complesse e ricche del panorama videoludico, frutto di uno dei migliori passaggi dal mondo dei giochi da tavolo a quello del gaming. Negli anni ci sono stati messi in mano titoli come MechWarrior, MechCommander e il recente MechWarrior Online, ma con BattleTech, uscito oggi su Steam, siamo di fronte ad una delle migliori interpretazioni di questa ambientazione.

BattleTech riesce a presentare al meglio una delle ambientazioni più affascinanti del panorama videoludico

La componente essenziale di BattleTech è proprio la ricchezza e complessità dell’ambientazione. Immaginate di unire un universo futuro, in cui la tecnologia, per quanto presente, è comunque una merce rara, con una struttura sociale complessa e feudale, in cui casate e clan alternano aperti scontri a congiure. Il mondo di BattleTech è questo, una perfetta ricostruzione di una dinamica sociale bellicosa, in cui i casati nobiliari non sono più rappresentati dai cavalieri, ma dai MechWarrior, i piloti dei giganteschi Mech che fanno la differenza sui campi di battagli.

Dopo l’esodo dalla Terra e la colonizzazione dei pianeti remoti, la tecnologia alla base della costruzione dei Mech è andata perduta e rimangono poche nozioni su come tenerli operativi, rendendo i Mech e i MechWarrior merce estremamente rara. Lecasate arruolano piloti, a volte intere squadre (dette Lance), in modo da avere un supporto essenziale nella propria ascesa al potere.

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La mia paura era che questo titolo non riuscisse a rendere giustizia ad una simile profondità. Sono bastati pochissimi minuti con il titolo di Harebrained Schemes per capire come la cura del dettaglio nel trasmette la lore di BattleTech sia stata minuziosa. D’altronde, dai creatori di quel capolavoro che è Shadowrun Returns non potevamo aspettarci altro.

Ad accoglierci in BattleTech è la creazione dell’alter ego, che viene presentata come fossimo in un rpg. Il nostro background è essenziale, perché sarà la base delle nostre azioni, dandoci modo di poter usufruire di diverse scelte nel corso dei dialoghi, oltre a sostituire le caratteristiche tipiche di un personaggio gdr con le skills del nostro personaggio.

Il nostro personaggio avrà modo di crescere e sviluppare una propria identità non solo da un punto di vista di stats utili al combattimento, ma anche con la sua Reputazione. Quest’ultima sarà utile per decidere il nostro rapportarci alle diverse fazioni presenti in Battletech. Fate molta attenzione a questo passaggio, oltre ad esser particolarmente affascinante, è anche basilare per come affronteremo l’avventura di BattleTech!

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Dopo una suggestiva presentazione ed un rapidissimo tutorial, ci troviamo subito all’interno del vivo di BattleTech. Inutile girarci attorno, la grafica farà storcere il naso a chi pretende sempre una visione del mondo perfetta. BattleTech non brilla per estetica. I modelli sono semplici, per quanto ben caratterizzati, e le animazioni non fanno gridare al miracolo. Ma già dando il primo comando questo passa in secondo piano.

Harebrained Schemes ha voluto creare uno strategico a turni che consentisse ai giocatori di godersi al meglio tattiche e diversità di caratteristiche dei diversi Mech. E su questo lato, non esiste una sola falla.

I Mech di BattleTech sono vari e ognuno ha un proprio ruolo all’interno della nostra squadra. Potremo schierare leggeri Scout o mezzi più pesanti, in modo da esser pronti a fronteggiare ogni avversità. E ce ne saranno, visto che le missioni non vanno come pensiamo! Il punto forte di questo videogioco è proprio il creare una squadra varia, che si adatti rapidamente alle nuove sfide.

Per farlo, è necessario armare al meglio i nostri Mech, tenendo presente un pericoloso nemico: il surriscaldamento!

In BattleTech ogni azione comporta un costo in calore, che può sovraccaricare i reattori dei nostri Mech, causandone lo spegnimento. Anche in battaglia, se i nostri nemici colpiranno punti vitali (come dissipatori di calore o munizioni) questi danni verranno considerati gravi e potranno causare una ridotta funzionalità del nostro destriero metallico.

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Tatticamente, BattleTech è inappuntabile. Pensato come uno strategico a turni, consentirà di muovere i nostri Mech e stabilirne l’orientamento (essenziale per stabilire il nostro campo visico per gli attacchi), scegliere se sferrare attacchi ranged o melee, o se dare vita ad imboscate o trincerarci dietro posizioni favorevoli. L’utilizzo di jetpack per raggiungere posizioni sopraelevate o il colpire edifici e strutture essenziali (come i generatori delle torrette) sono solo due delle svariate possibilità tattiche offerte da BattleTech.

Quello che mi ha colpito particolarmente è la bravura di Harebrained Schemes nel costruire il suo mondo di gioco. Il rispetto dell’ambientazione si vede in ogni aspetto di BattleTech, sia nelle stupende scene di intermezzo che nella felice scelta di inserire nei dialoghi la possibilità di usare una sorta di wiki interna con cui far luce su alcuni elementi della storia.

Quindi,di fronte a tutta questa magnificenza, quanto può influire una grafica essenziale, ma che non fa certo strabuzzare gli occhi? Assolutamente nulla.

Il cuore di BattleTech non è tanto la grafica, quanto  tutto ciò che anima il videogioco di Harebrained Schemes, la sua complessità sociale e il suo profondo approccio tattico. Con BattleTech finalmente abbiamo per le mani uno strabiliante tattico a turni che rende piena giustizia ad una delle migliori ambientazioni fantascientifiche del mondo videoludico.