The Walking Dead 8: Recensione del dodicesimo episodio “The key”

The Walking Dead 8

La scorsa settimana, vista la presenza al Cartoomics 2018 per i consueti incontri con le case editrici, la ricerca di novità e l’immancabile appuntamento per le riprese del nostro Cosplay Music Video, ho perduto la “finestra di opportunità” per recensire l’episodio “Dead or alive or” in tempo utile.

In quell’occasione la sfortuna nel riuscire vedere l’episodio solo il giorno successivo alla messa in onda era coincisa, appunto, con la mancata recensione di un episodio di passaggio abbastanza sciapo e senza momenti decisivi.

Purtroppo, quello che ho evitato la scorsa settimana, me lo sono ritrovato davanti agli occhi con l’episodio “The key”, una puntata che mostra, tutti insieme, i punti deboli di una serie che in alcuni frangenti sembra trascinarsi stancamente verso la fine della stagione che, sicuramente, dovrà in qualche modo, esporsi con qualcosa che possa alzare considerevolmente l’asticella dell’attenzione.

The Walking Dead 8 pare incartarsi sempre più su se stessa, in una sorta di arco narrativo autoreferenziale che vive grazie a sporadici exploit che rappresentano picchi di singolarità in uno scenario sempre più piatto e ripetitivo.

Non nascondo che l’inizio di “The Key”, con i primissimi piani alla Sergio Leone che ha spesso utilizzato questi particolari close-up per mostrare gli occhi e gli sguardi degli attori, l’episodio sembrava incanalarsi verso qualcosa di diverso, ma appena le telecamere hanno allargato su Negan e i suoi che si preparano a dare l’ennesimo “avvertimento” ai ribelli, tutto è rientrato nella normalità di una stagione piena di forzature e tempi morti.

Il nuovo faccia a faccia tra Negan e Rick, con quest’ultimo che approfitta di una disattenzione dei Salvatori, che più telefonata non si può, si risolve nell’ennesima scaramuccia condita da minacce e sermonici rimproveri e zuffe adolescenziali in mezzo ad un pubblico di innocui vaganti non pervenuti, dove questa volta è il tizio in chiodo nero e stivali a darsela a gambe.

Nulla di nuovo, quindi, con il round decisivo rimandato nuovamente, nella speranza che arrivi un ko prima del suono della campana e della conta dei punti.

Il momentaneo vuoto di potere in capo ai Salvatori permette allo scaltro, ma comunque incauto, Simon di sfruttare l’incertezza circa il destino di Negan per trasformare una spedizione punitiva in un vero e proprio assalto a Hilltop con l’dea di porre fine, una volta per tutte, a questa ribellione che non vuole saperne di cessare.

In questo frangente l’episodio si impoverisce ancora di più e, l’esplorazione della psiche dei personaggi che spesso aveva dato energia a situazioni simili, si annulla completamente su un grottesco ed insipido discorso che Simon intrattiene con Dwight riguardo proprio alle decisioni e alla linea di condotta imposta dal loro capo.

Simon sa benissimo di essere in una situazione in cui o si decide a perpetrare un colpo di mano risolutivo, oppure corre il rischio di dover pagare a stretto giro le conseguenze degli eventi della discarica, cosa che non tarderà a realizzarsi dato che, alla fine della puntata, sarà proprio Jadis a prendersi la scena in maniera inaspettata, uno dei pochi momenti degni di nota di “The key” oltre Rick lanciatore d’accetta.

A proposito, l’ex sceriffo di fronte a Negan vede rosso e non si controlla, accecato da una rabbia viscerale che però, sempre per seguire al doverosa espansione di una serie che fatica ad avere cose nuove da raccontare, lo porta ad impugnare Lucille e scagliarsi contro le spalle di Negan ignorando le innumerevoli occasioni per assestare un colpo risolutore. Ve be’, non si può certo pretendere di farla finita con quattro episodi al traguardo giusto?

Proprio a quattro puntate dalla fine, The Key ci regala l’ingresso in scena di un nuovo misterioso protagonista: Georgie.

La donna venuta dal nulla (forse ispirata alla Pamela Milton dei fumetti?), carica di conoscenza e che sembra intenzionata a fornire aiuto a Hilltop e agli altri sopravvissuti, si inserisce come una sorta di corpo estraneo nella storia, riuscendo a finalizzare un accordo con Maggie alla quale consegnerà “la chiave per il futuro”, evidente ponte lanciato dagli sceneggiatori verso la prossima stagione.

Eppure, nemmeno questa novità riesce a schiodare la puntata dai binari di un déjà vu che sta diventando il vero leitmotiv di The Walking Dead, uno show sempre troppo uguale a se stesso e che non riesce a sfruttare nemmeno le ampie ambientazioni degli sconfinati spazi americani, rintanandosi in un fazzoletto di terra senza preoccuparsi di cosa verrà dopo, un futuro che, come ribadisce Michonne a Enid, dovrà avere qualcosa da dare a chi sopravviverà e anche a noi spettatori.