Il SETI fatica a trovare vita aliena per colpa delle criptovalute?

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Quando pochi giorni fa Elon Musk e il suo Falcon Heavy hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, qualcuno ha immaginato che questo successo potesse esser il preludio all’esplorazione dello spazio profondo, portandoci alla ricerca anche di forme di vita aliena. Attualmente la nostra ricerca in tal senso è affidata al SETI (Search for ExtraTerrestrial Intelligence), ma la missione dei ricercatori pare essersi complicata a causa di uno dei fenomeni del momento: le criptovalute.

In questi giorni la BBC ha svelato come l’assenza di GPU legata alla forte richiesta dei miner di Bitcoin abbia avuto un impatto non solo sulla comunità dei gamer, ma anche sulla ricerca del SETI.

Il SETI vede il proprio lavoro complicarsi per via del mining di criptovalute

Il dottor Dan Werthimer, capo dell’equipe del Berkeley SETI Research Center spiega alla BBC come il loro lavoro sia stato complicato da questa penuria di GPU

“Vorremmo usare le GPU di ultima generazione, ma non riusciamo a reperirle. Questo limita la nostra ricerca sulla vita extraterrestre, la nostra possibilità di rispondere alla domanda ‘Siamo soli nell’universo? C’è qualcuno là fuori?”

Questa assenza di schede video lamentata dal SETI è un problema ormai bene noto. Anche case produttrici come Nvidia ne sono al corrente e, mentre cercano di soddisfare la richiesta aumentando la produzione, hanno chiesto la collaborazione dei rivenditori, consigliando di vendere al massimo due schede video a persona.

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“Questo per noi è un nuovo problema, si è presentato solamente con gli ordini fatti negli ultimi due mesi. Al SETI cerchiamo di analizzare quante più radiofrequenze possibili, perché non sappiamo sua quale frequenza potrebbero trasmettere gli extraterrestri. Cerchiamo anche di prendere in analisi molti tipi di segnali, chiedendoci se trasmettano in AM o FM o su altre modalità ancora. Questo richiede ovviamente un notevole quantità di capacità di calcolo”

Per dare un’idea di quanta potenza di calcolo sia necessaria, Werthimer spiega che alcuni telescopi al SETI di Berkeley hanno anche 100 GPU impegnate nell’analisi dei dati raccolti dalle loro strutture di ricerca.

Si tratta di dati che comprendono anche frequenze radio appena percettibili che viaggiano nel nostro sistema solare provenendo da altri luoghi della galassia, spesso come conseguenza di fenomeni naturali (ad esempio stelle collassate).

Gli scienziati del SETI stanno cercando di migliorare la loro capacità di analisi presso due osservatori, Green Bank (West Virginia) e Parkes (Australia). Ma non riescono a reperire le GPU necessarie.

“Abbiamo i fondi, contattiamo i rivenditori e ci rispondono ‘Noi ne abbiamo’”

Questo problema non colpisce solo il SETI, ma l’intera comunità di radioastronomi. Un gruppo di studiosi in cerca delle prove delle prime stelle formatesi nell’universo recentemente è rimasto scioccato dal raddoppio del costo delle GPU di cui ha bisogno. Come spiega il dottor Aaron Parsons, della University of California di Berkeley

“Siamo in procinto di espandere il nostro telescopio, abbiamo anche il sostegno della Nation Science Foundation qui negli USA per farlo”

SETI e radioastronomi affrontano spese ingenti per recuperare le GPU di cui hanno necessità

Il radiotelescopio in questione è l’HERA (Hydrogen Epoch of Reionisation Array), un progetto nato da una collaborazione tra America, Inghilterra e Sud Africa localizzato nelle pianure occidentali sudafricane, creato per rilevare le basse frequenze radio emesse dalla ri-ionizzazione dell’idrogeno, che permeò l’universo prima della formazione delle prime stelle e galassie.

Le GPU sono necessarie per accorpare i dari raccolti dalle diverse postazioni dell’HERA. Tre mesi fa, il team di HERA aveva sufficienti fondi per comprare un set di GPU il cui costo era di circa 500 dollari, ma ora quello stesso blocco di schede video costa 1000 dolalri.

“Saremo comunque in grado di affrontare la spesa, ma sforeremo il nostro budget. Data la necessità di questi strumenti stiamo acquistando molte GPU, e questa situazione ci porterà ad una spesa extra di circa 32.000 dollari”

Spesso pensiamo che le GPU siano necessarie solo al nostro intrattenimento, ma la loro potenza di calcolo si presta a diverse applicazioni. Una rete di GPU non è solo utile a compiere i necessari calcoli per le mining farm di criptovalute, ma come dimostrano il SETI e l’HERA, sono un valido aiuto alla ricerca scientifica vista la loro capacità di processare grande quantità di dati.