Dead Maze: la sopravvivenza agli zombie diventa social – Recensione

Manuel Enrico Di Manuel Enrico 10 Min di lettura

Parlare di zombie e nonmorti ormai è quasi un’abitudine. Dalla nuova visione che diede Romero decenni fa con il suo L’alba dei morti viventi, questo simbolo del cinema horror è divenuto così familiare e sfruttato che ormai è difficile rimanerne spaventati. Anche il mondo dei videogiochi ha saputo offrirne diverse visioni, come Dead Light o la serie di TellTales ispirata all’onnipresente The Walking Dead. L’ultimo in ordine di arrivo è Dead Maze, che in queste ore fa la sua comparsa sulla piattaforma di Steam.

Riuscire a spingere un giocatore ad avvicinarsi ad un prodotto che rappresenta l’ennesima declinazione sul tema è una sfida piuttosto impegnativa, che i ragazzi di Atelier 801 hanno scelto di affrontare senza paura. Ed il risultato è decisamente interessante, oltre che totalmente free to play!

Dead Maze rende la sopravvivenza agli zombie una disavventura da affrontare in gruppo!

Il titolo della software house francese è un MMO isometrico vecchio stampo, soluzione che sembra adeguarsi al meglio per il tipo di interazione ‘massiva’ che gli sviluppatori intendono dare al loro titolo. L’impostazione in 2D del titolo riesce a creare una buona resa grafica dell’ambiente, che viene presentato in uno stile semplice e quasi cartoonesco, particolarmente colorato.

Sia chiaro, non siamo di fronte ad un titolo di fascia alta, Dead Maze punta ad altri elementi per attirarci. In primis, la storia. Come ogni zombie movie che si rispetti, al centro di tutto c’è la nostra sopravvivenza, ma a dare un tocco di innovazione è l’inizio della nostra avventura. Mentre stiamo andando ad assistere con un amico e la sua fidanzata ad una partita della squadra locale, la nostra auto fora una gomma, e ovviamente siamo sprovvisti di gomma di scorta.

Questo ci costringe a rimanere fermi a bordo strada, in aperta campagna, una piccolissima zona di gioco sarà il teatro di nostri primi passi in Dead Maze.

dead maze 1

In breve tempo, la nostra macchina viene presa d’assalto dai non morti, che uccidono i nostri amici e attaccano anche noi. La situazione è disperata, e dopo una dissolvenza scopriamo che quanto visto è accaduto mesi fa! In Dead Maze apparteniamo alla fortunata casta di persone che sono immuni al morso degli zombie, un elite che si incarica quindi di scoprire cosa leghi la comparsa dei non morti allo tsunami che ha sconvolto la East Coast americana, che pare esser la causa della comparsa degli zombie.

La nostra disavventura è una sorta di tutorial, in cui ci vengono mostrate le mosse base di Dead Maze. Il gioco di Atelier 801 è un action con una forte componente cooperativa, strutturalmente semplice ma non per questo meno accattivante. Come impareremo presto, la nostra sopravvivenza dipende dall’esplorazione e dall’interazione con l’ambiente di gioco, ma per dare il via a questa odissea tra i non morti serve una bella partenza, di quelle toste.

Dal punto di vista della storia, Dead Maze cerca di inserire qualche spunto nuovo, nel tentativo di eliminare quel senso di già visto che è quasi inevitabile parlando di zombie. La struttura narrativa e gli interessanti filmati di intermezzo sono due punti di forza del titolo di Atelier 801, anche se una traduzione non proprio idilliaca del parlato (solo testo) tende a smorzare gli attimi di maggior tensione, a causa di una assolutamente involontaria scelta lessicale quasi comica.

Dead Maze punta molto al coinvolgimento del giocatore sul piano narrativo

Dead Maze è concepito come un survival cooperativo, e questa sua natura non tarda a manifestarsi. Le prime missioni sono vissute in solitaria per darci il tempo di prendere familiarità con comandi e dinamiche del gioco, che sono abbastanza semplici e hanno un sapore abbastanza vecchio stile.

Classico sistema WASD per i movimenti, mentre il mouse è il nostro strumento di interazione con il mondo. Curiosa la scelta di fornire al nostro alter ego un attacco automatico ai non morti quando entrano nel raggio di azione delle nostre armi, lasciandoci la libertà di aggiungere degli attacchi extra se la nostra barra dell’energia ce lo consente.

Il sistema di combattimento di Dead Maze è incredibilmente semplice. Ci si avvicina al nemico, automaticamente lo si prende a mazzate e si passa al successivo. Una rudimentale barra delle abilità ci consente di poter usare dei colpi speciali, consumando l’energia che possiamo sempre tener sotto controllo grazie ad un’apposita barretta sotto il nome del nostre sopravvissuto.

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Le armi a nostra disposizioni sono infinite, visto che tutto può divenire uno strumento per dispensare la morte definitiva ai non morti. Unica avvertenza, aver sempre nel nostro ridotto inventario più di un’arma, visto che l’uso tende a distruggere le nostre armi, che andranno quindi sostituite abbastanza spesso. Particolarmente divertente la possibilità di creare nuove armi, tramite un rudimentale sistema di crafting che può comunque lasciar spazio ad una certa intraprendenza del giocatore, senza ovviamente raggiungere la follia di certe creazioni alla Dead Rising.

Quello che sembra mancare al momento è una cura nella gestione della progressione del personaggio. Gli avanzamenti di livello in Dead Maze possono offrire punti reputazione, oggetti vari e a volta anche delle nuove skill da usare in combattimento, in una selezione di premi che possiamo selezionare al passaggio di livello.

Come incentivo a proseguire nella storia, non è che sia il massimo. I punti reputazione dovrebbero esser usato per interagire con le diverse fazioni presenti nei centri abitati, ma al momento il loro utilizzo è totalmente assente. Nessuna variazione alle stats o scelta particolare, solo questo riscatto di un premio che a lungo andare priva il gioco di uno sprint che invece avrebbe giovato parecchio.

La parte ‘social’ di Dead Maze è piuttosto ben caratterizzata già in questa fase dello sviluppo. Raggiungendo degli accampamenti, avremo modo di scambiare merce e attrezzature con altri giocatori, con cui potremo anche partecipare ad alcune missioni in coop, il vero punto forte del titolo francese. Ad invogliarci in questa interazione, partecipa anche la necessità di consumare con una certa frequenza del cibo, che opera un equilibrio di bonus e malus sul nostro personaggio.

L’approccio sociale di Dead Maze è uno dei punti forti del titolo di Atelier 801

Seguendo questa dinamica, spesso capiterà di trovarci nella situazione di offrire un frutto o una bottiglia d’acqua ad un altro giocatore che non se la passa troppo bene, dando vita ad un interessante possibilità che permette di concepire la sopravvivenza come un’interazione positiva o come una solitaria esistenza in cui solo il nostro benessere è importante.

Fortunatamente la storia di Dead Maze è sufficientemente coinvolgente, grazie ad una buona presenza di dialoghi (rigorosamente in inglese) e all’idea del viaggio per l’America infestata, che consente di mostrare diverse ambientazioni in cui muoversi. Bisogna però rilevare come questo impianto di gioco non sia esente da alcuni momenti di piattume, visto che il gameplay tende ad esser piuttosto ripetitivo, con una serie di quest che non spicca per varietà.

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Le quest sono al momento la parte più debole di Dead Maze. La missione principale è suddivisa in diversi capitoli, ognuno ambientato in una diversa zona della California, ma spesso i diversi incarichi tendono a non esser ben evidenziati, rendendo molto più semplice svolgere le quest secondarie e lasciandoci con una sensazione di frustrazione spesso eccessiva. Ma siamo di fronte ad una tipologia di gioco, un mmorpg 2D free to play, che soffre spesso di questa problematica.

Va anche detto che Dead Maze inizia ora la sua avventura, il che può esser un punto a suo favore, dato che si fa sempre in tempo ad aggiungere contenuti ulteriori per evitare l’abbandono dei giocatori per sopraggiunta noia.

Onestamente, credo che i francesi di Atelier 801 abbiano dato vita ad un gioco interessante, che in questa sua fase iniziale mostra più potenzialità che difetti. Dead Maze ha tutte le carte in tavola per migliorare e diventare un ottimo titolo che porti alla creazione di un’affollata community.

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