Agents of SHIELD: il ritorno di Fitz! – Recensione

Di Manuel Enrico 5 Min di lettura

Questa tendenza di lasciare in attesa noi poveri spettatori è una vera tortura, ammettiamolo. Le due settimane di pausa che hanno tenuti lontani gli agenti guidati da Phil Coulson ci hanno lasciato fin troppo tempo per incassare il colpo di veder finalmente entrare in azione anche Fitz, che per i primissimi episodi dei questa stagione di Agents of SHIELD era rimasto isolato dal resto della squadra.

Fitz, in seguito agli avvenimenti della scorsa stagione di Agents of SHIELD, ha subito una bella rivoluzione interiore. La permanenza nel Framework e la sua versione oscura manipolata da Aida hanno pesantemente colpito Fitz, che ha sviluppato un forte senso di colpa nei confronti della sua squadra, oltre ad una ancora più radicata sfiducia in se stesso, un timore che possa emergere questo suo lato oscuro.

Agents of SHIELD mostra nuovamente Fitz in azione!

Rewind, il nuovo episodio della quinta stagione di Agents of SHIELD, punta molto su questa complicata svolta emotiva di Fitz. Ian de Caestecker è chiamato a dare il meglio di sé, trovandosi a reggere tutto il peso della puntata. In effetti, come lascia intendere, il titolo, viene riavvolto il nastro della storia, tornando alla cena alla tavola calda da cui tutto è partito. Solo che in questa puntata, con una certa elasticità, vediamo come abbiamo trascorso il tempo Fitz.

Unico membro della squadra a non esser catturato dal misterioso personaggio conosciuto in Orientarsi, Fitz viene catturato da un settore delle forze armate che indaga sui presunti crimini dello SHIELD, fuorviato dalle azioni commesse dai sostituti inviati da Aida dopo aver catturato gli agenti di Coulson all’interno del Framework. Il giovane genio ci viene mostrato in una situazione di detenzione che vive come una giusta punizione, intento a trovare una soluzione per ritrovare i suoi amici.

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La costruzione di questo periodo detentivo è ben strutturata, con scatti d’ira di Fitz che sembrano acuire quella sensazione di cambiamento caratteriale che lo caratterizza nelle ultime stagioni della serie. Ma il vero colpo di scena è l’arrivo di Lance Hunter, che avevamo perso di vista nelle scorsi stagioni. La sparizione del personaggio assieme a Bobby Morse era stata pensata nell’ottica di una nuova serie spin-off di Agents of SHIELD, ma il progetto è naufragato. Fortunatamente, Lance è stato richiamato in servizio da Fitz tramite un ingegnoso sistema, e abbiamo la possibilità di goderci nuovamente il suo umorismo scanzonato.

Dalla fuga di Fitz, la storia prende una dinamicità che la lancia verso il punto di contatto con quanto abbiamo visto finora. Allo spettatore vengono forniti i primi dettagli su cosa sia realmente accaduto a Coulson e compagni, ma in modo particolare a quando sono stati mandati. Rewind è la chiave di lettura della stagione che stavamo attenendo, il primo passo verso una più precisa definizione degli eventi visti finora. L’aver separato la squadra, isolando Fitz, è stata una scelta che inizialmente mi ha spiazzato, non una mancanza all’interno della squadra che dava un senso di incompiuto nella gestione dei personaggi. Con Rewind, però, questa assenza assume un nuovo ruolo, più definito, rendendo Fitz quasi essenziale per proseguire la storia. Rimanendo fedeli a questa sua personale traversia,  gli sceneggiatori hanno esaltato il personaggio del giovane scienziato proprio celandolo, facendoci sentire la sua mancanza, salvo poi motivarla non solo all’interno delle necessità della narrazione, ma anche per dare a Fitz la possibilità di trovare una nuova dimensione personale, come uomo e come membro della squadra.

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Il punto forte di questo episodio di Agents of SHIELD è il buon dinamismo tra Fitz e Lance, nella loro ricerca della verità sul destino della squadra di Coulson, unito ad una buona aderenza alle puntate finora presentate. Ora che la squadra si sta ricomponendo, vedremo come Coulson e i suoi uomini sapranno affrontare le minacce future e realizzare la Profezia.

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