Battaglia, Editoriale Cosmo rende omaggio all’arte di Dino Battaglia – Recensione

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Vi presentiamo la recensione del primo volume di Battaglia edito da Editoriale Cosmo e contenente due storie complete: L’uomo della Legione e L’uomo del New England, nella stessa collana I Grandi Maestri in cui è stato recentemente presentato anche Sprayliz di Luca Enoch. Testi e disegni ad opera del grande maestro Dino Battaglia. Fra le tante collane di successo messe in campo dal fumetto nostrano, una delle più prestigiose è sicuramente la serie Un uomo, Un’avventura realizzata nel corso degli anni ’70 dall’Editoriale Cepim, vecchio nome della attuale Sergio Bonelli Editore. L’idea, venuta a Sergio Bonelli stesso, era di chiamare i più blasonati nomi del fumetto italiano a cimentarsi di volta in volta con dei volumi di grande formato simili ai cartonati francesi. Fra gli artisti figurano nomi di altissimo profilo: Sergio Toppi, Aurelio Galleppini, Hugo Pratt, Gino D’Antonio e molti altri.

Fra questi molti altri figura Dino Battaglia, grande artista nostrano prematuramente scomparso nel 1983. Per questa collana Battaglia ha realizzato due titoli qui riproposti da una Editoriale Cosmo sempre più scatenata in ambito di ristampe dei classici del fumetto: L’uomo della Legione e L’uomo del New England.

Editoriale Cosmo riporta in edicola l’arte di Dino Battaglia

Il primo di questi due titoli è ambientato nell’Algeria coloniale francese e vede protagonista un giovane legionario Moreau, un tempo accusato di codardia durante la battaglia di Verdun della Prima Guerra Mondiale e condannato ad un anno di carcere duro. Moreau in realtà è accusato ingiustamente, in quanto fu il suo superiore, il tenente Desay, a dare l’ordine al plotone di arrendersi. Caso vuole che anche Desay si trovi nello stesso reparto della Legione Straniera di Moreau e questo fatto riaccende ancora di più i drammi di Verdun, soprattutto alla luce di un’azione eroica condotta da Moreau.

L’uomo del New England è ambientato nel Nordamerica nel corso della Guerra dei Sette Anni, scenario sempre affascinante e che non passa mai di moda (vedere, fra gli altri, il bellissimo Mohawk River di Mauro Boselli e Angelo Stano uscito per la Sergio Bonelli Editore nel 2015). Il protagonista è l’uomo in fuga Cristopher Nightly, catapultato nell’allora colonia inglese del New England e protagonista di incredibili peripezie. Dapprima venduto come servo ad un mercante, finirà coinvolto in scontri con gli indiani e nella guerra che vede contrapposti gli inglesi e i francesi.

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Le due storie di questa raccolta si differenziano in maniera sostanziale: la prima, ambientata in Algeria, è un drammatico poema umano sul rapporto tra soldati e divisa e sull’inadeguatezza degli uomini nel ricoprire determinati ruoli all’interno della società. Il segno di Battaglia è chiaro e perfettamente leggibile, dotato di una modernità senza tempo, solo in parte oscurato da quella che era la sua colorista di fiducia, ovvero la moglie Laura.

La seconda storia, ambientata nel New England, invece, prende spunto tantissimo da opere di narrativa avventurosa firmate da James Fenimore Cooper, Zane Grey, Thomas Mann e tanti altri. Romanzo di formazione sotto mentite (ma neanche tanto) spoglie, L’uomo del New England è un grande tributo a una certa letteratura americana che tanto ha influenzato Battaglia. Qui lo stile è un bianco e nero essenziale, privo di virtuosismi, quasi stilizzato, asettico, ma che conserva una notevole aura luminosa. Un dramma lucente, così lo possiamo definire.

I conflitti messi in scena in questi due albi non sono manichei, non c’è una netta presa di posizione fra le due parti in lotta: Battaglia si limita a mettere in scena il conflitto senza giudicarlo, senza schierarsi. Non per codardia, ma perché non è questo che interessa: che si tratti della lotta contro i ribelli algerini o delle guerre coloniali settecentesche, una guerra è sempre una gran brutta faccenda e all’autore, che ha vissuto in prima persona il dramma della Seconda Guerra Mondiale, interessa puntare i riflettori sui conflitti interni all’animo degli esseri umani, alla ricerca delle loro motivazioni, delle paure, delle nevrosi e delle contraddizioni.

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Veniamo ora a parlare dell’unico tasto dolente di quest’opera, praticamente l’unico tasto dolente di tutte le produzioni targate Cosmo: il formato.

Dispiace dirlo, ma due opere così, inizialmente pensate per un volume alla francese, cartonato e di grande formato, soffrono tantissimo la riproposizione in formato bonelliano (stesso difetto delle medesime ristampe operate negli ultimi anni dalla stessa Sergio Bonelli Editore nel proporre altre opere della serie Un uomo, Un’avventura). Una simile compressione non fa bene alle tavole di Battaglia, adatte ad essere lette in un formato più ampio e che permetta loro di respirare a pieni polmoni. Al netto di questo problema (e non un problema da poco), stiamo comunque parlando di un volumetto che riporta in edicola due classici racconti di un grande artista del fumetto italiano, quel Dino Battaglia la cui fortuna editoriale non è mai venuta meno. Se amate questo tipo di opere, non esitate a fare vostro questo volume.