Mob, aggrare, laggare: Il gergo dei giochi di ruolo analizzato dall’Accademia della Crusca!

gergo dei giochi di ruolo

Il mondo dell’informatica, internet e il settore videoludico, realtà sempre più influenti nella vita moderna, continuano a contribuire all’evoluzione della lingua parlata, concorrendo a coniare e a diffondere nuovi termini che vanno ad arricchire il nostro vocabolario.

Anche l’Accademia della Crusca, storica istituzione linguistica e filologica italiana, che da oltre quattro secoli si impegna a preservare e mantenere “pura” la lingua italiana, ha recentemente dedicato un articolo, apparso sul suo sito web, al gergo dei giochi di ruolo online.

Lo studio, condotto dalla Dott.ssa Lucia Francalanci, è un’analisi di alcune delle caratteristiche che contraddistinguono la lingua parlata dai giocatori di ruolo in Italia i quali hanno contribuito alla creazione di nuovi neologismi che si vanno ad impiantare nel tessuto della lingua italiana, una lingua più viva che mai, forte della sua colta ed aulica natura ma aperta all’accoglimento (rispettando determinati crismi) di nuove parole ed espressioni.

In Italia il 41% degli internauti tra i 16 e i 64 anni è un videogiocatore e il 34% gioca online, cioè più di 9 milioni di persone. Un numero piuttosto elevano se si considera che questa percentuale non tiene conto dei giocatori sotto i 16 anni. Si tratta di dati piuttosto generici, tuttavia è evidente che ci sono diversi milioni di italiani che giocano online, molti dei quali probabilmente si servono di uno specifico linguaggio.

Il fenomeno dei MMORPG è relativamente recente e ancora poco studiato; tuttavia costituisce una realtà che coinvolge un numero sempre più elevato di giocatori e, dunque, di parlanti.

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Questo vuol dire che i giocatori online sono tanti, stanno crescendo di numero e, cosa molto interessante, negli anni hanno sviluppato quello che si definisce un gergo.

Col termine “gergo” si definisce una varietà linguistica parlata da un gruppo ben definito di persone con particolari caratteristiche comuni, in questo caso i videogiocatori.

“Vai a killare quel mob!”, “Lascia stare che tanto quello è niubbo“, “Se non ci fosse stato il crafeter nel party, non saremmo riusciti a risolvere così facilmente quella quest“, “Fate attenzione perché qui si rischia di aggragre”.

Molti di noi, quando giocano, pronunciano frasi simili in continuazione, frasi che non sono di immediata comprensione da parte dei non-giocatori e questo rende la lingua del gioco di ruolo online del tutto particolare.

Se si vole entrare a far parte del “gruppo” di giocatori, bisogna conoscere questi termini, altrimenti si rischia di non riuscire a capire molte discussioni e frasi. Una volta diventati giocatori si usano questi termini specifici per restare dentro al gruppo, quasi in maniera automatica e mnemonica, usando parole di cui spesso ignoriamo la storia o il vero significato.

Ad esempio, il termine “niubbo” indica una persona che non conosce bene il gioco e che ha poca dimestichezza con lo stesso. “Niubbo” deriva dall’inglese newbie, desunto del lessico militare che negli anni è entrato nel lessico specialistico di internet ad indicare i nuovi utenti dei blog.

Oppure “nerfare“: questo termine compare per la prima volta in uno dei primi MMORPG, Ultima Online, e deriva dal noto marchio Nerf che produce armi e pistole giocattolo.

gergo dei giochi di ruolo

Il gergo dei giochi di ruolo non è solo molto vasto ma anche molto dinamico, tanto che ha dato origine a numerosi nuovi verbi creati a partire da verbi o nomi inglesi: ad esempio, “craftare”, “camperare”, “spawnare”.

Per non parlare della nascita di diverse varianti a partire da un singolo termine: tornando a “niubbo” si hanno le varianti “newb”, “nabbo”, “nabbazzo” ecc. Non solo, ma alcuni termini che prima erano esclusivi del gergo dei videogiocatori, ora sono entrati nel lessico comune, come “skillato” ormai usato quotidianamente per indicare una persona competente, soprattutto nel mondo del lavoro.

Un bel traguardo per un genere di divertimento che è stato spesso bistrattato.

Lo studio dell’Accademia della Crusca mette in evidenza come il mondo ludico non sia più solo un settore di nicchia e per pochi, ma che è un ambiente dinamico, aperto e creativo… anche sotto il profilo linguistico!

Fonte: Accademia Della Crusca