Fields of Green, la vita di campagna sul tavolo da gioco

Di Michele Vivante 8 Min di lettura

Fields of Green – Recensione

È passato molto tempo dall’ultima volta in cui ho messo piede in campagna e, per questo motivo, non sono mai stato il primo giocatore in Fields of Green; il gioco da tavolo di Artipia Games che ci conduce in un mondo fatto di polli, maiali, cavalli, campi di grano, zucche e peperoni, nonché della difficile gestione di un’azienda agricola costruita con il sudore e tante, tante tessere.

Siete pronti per abbandonare la vostra vita in città?

La campagna in una scatola

Mentre Artipia Games ha potuto realizzare il gioco attraverso una campagna Kickstarter, finanziata con successo nel 2016, in Italia Fields of Green è arrivato sugli scaffali dei negozi completamente localizzato grazie a Ghenos Games.

Ideatore di questo titolo, da 2 a 4 giocatori, dai 12 anni in su, per circa 45 minuti a partita, è Vangelis Bagiartakis, che forse conoscerete per un altro titolo di piazzamento tessere molto simile: Among the Stars.

All’interno della scatola di Fields of Green trovano spazio:

  • 33 carte campo
  • 33 carte bestiame
  • 33 carte costruzione
  • 33 carte edificio
  • 34 carte serbatoio d’acqua e silo
  • 10 carte aiuto
  • 40 segnalini cibo
  • 30 segnalini acqua
  • 61 segnalini moneta
  • 20 segnalini punti vittoria
  • 1 segnalino anno
  • 1 tracciato dell’anno
  • 30 tessere equipaggiamento
  • 1 tessera primo giocatore
  • 1 blocchetto segnapunti
  • 1 regolamento

Fields of Green

Come avrete certamente intuito dai numeri descritti qui sopra, le varie zone della fattoria che andremo a costruire nel corso del gioco sono rappresentate dalle molteplici tessere presenti nella scatola; le cui illustrazioni sono state realizzate egregiamente da Tomasz Jedruszek, Naomi Robinson, Grzegorz Bobrowki e Gong Studios.

I segnalini cibo e acqua sono in legno sagomato, mentre per il resto del materiale è stato utilizzato il più classico ed economico, ma non meno funzionale, cartone.

Incluse nel gioco anche 10 carte aiuto, 2 per ogni giocatore (una per il riepilogo del turno e una per il riepilogo delle azioni), più altre 2 che illustrano come introdurre i neofiti alle meccaniche di pesca di Fields of Green e al conteggio dei punti vittoria di fine partita. Leggendo le sole carte aiuto sarete in grado di comprendere velocemente il 90% del gioco, fatta eccezione per qualche regola aggiuntiva che trova comunque spazio in un regolamento intuitivo e ben strutturato.

Concludono le componenti delle  mini tessere equipaggiamento, utilizzate prevalentemente per migliorare alcune zone che andremo a costruire nel corso del gioco, anch’esse in un robusto cartone.

La catena produttiva di Fields of Green

In Fields of Green, il nostro compito sarà quello di costruire la fattoria più efficiente possibile; in grado di regalarci soddisfazioni (soldi e punti vittoria) alla fine di ognuno dei quattro anni in cui si articola una sessione di gioco.

Ogni anno si suddivide in tre fasi principali: la fase di mantenimento, quella delle azioni e la fase di raccolto.

Nella fase di Mantenimento, i giocatori ottengono una rendita base, composta equamente da monete e risorse, insieme a 6 carte che dovranno essere pescate da almeno 3 delle 4 pile che compongono le diverse tipologie di zone.

Nella fase delle azioni, i giocatori sceglieranno una carta tra quelle presenti nella propria mano, passando le restanti al giocatore al proprio fianco (ogni volta che sceglieremo una carta, passeremo la nostra mano seguendo l’ordine di rotazione presente sul segnalino del turno). La carta scelta andrà piazzata adiacente alle altre tessere già presenti nella nostra fattoria (partiremo con un silo di grano semivuoto e un serbatoio d’acqua), pagandone il relativo costo di piazzamento. Il cuore del gioco si basa interamente sulle scelte fatte nel piazzare le nostre tessere. A seconda della posizione, infatti, attiveremo abilità particolari, produrremo più o meno risorse e otterremo punti vittoria a fine partita.

Fields of Green

Ad esempio, per irrigare un campo, questo dovrà essere posizionato a non più di due tessere di distanza da un serbatoio d’acqua (sempre nella speranza che questo non sia vuoto). In caso contrario, nella fase subito successiva, saremo costretti a capovolgere la tessera perdendone i benefici relativi.

Nella fase azioni, inoltre, potremo decidere di scambiare la carta scelta con una tessera serbatoio d’acqua o silo, vendere la carta al mercato (per guadagnare qualche moneta) e ripristinare un luogo precedentemente capovolto.

Conclude il nostro duro anno da contadino la fase di raccolto, in cui pagheremo i costi di mantenimento delle singole tessere e andremo a raccogliere eventuali rendite e bonus dei nostri campi, del bestiame e delle costruzioni.

Il gioco prosegue così fino al quarto anno, al termine del quale andremo a conteggiare i punti vittoria totali che, a loro volta, andranno a decretare la miglior fattoria costruita sul nostro tavolo da gioco.

Fields of Green

Conclusioni

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Fields of Green è un titolo adatto a chiunque, anche a coloro che non rinuncerebbero mai alla vita di città.

Il tema rurale, forse non proprio tra i più “emozionanti” (ma certamente tra i più abusati nel settore), è in realtà un’arma a doppio taglio per il gioco di Artipia Games, che potrebbe allontanare i giocatori più occasionali in cerca di avventure e azione.

Fields of Green si presta tuttavia ad essere un ottimo titolo introduttivo per chi si avvicina al genere del “piazzamento tessere”, grazie alle sue regole semplici e ai ridotti tempi di setup. Veder un’enorme fattoria prendere vita sotto i nostri occhi non richiederà troppo tempo (in quattro giocatori non abbiamo mai superato l’ora di gioco), anche se un tavolo spazioso si renderà presto necessario per non sconfinare nelle aziende agricole avversarie.

Fields of Green

Fattorie avversarie di giocatori con cui, però, non avremo molti contatti, se non per far girare la nostra mano di tessere da cui attingere per la costruzione di nuove zone. Fields of Green è sostanzialmente un gioco solitario (nonostante, stranamente, non sia previsto un regolamento per il gioco in singolo), in cui l’interazione tra i partecipanti è ai minimi storici per il genere.

Nonostante questo, la qualità dei materiali, in linea con il prezzo a cui viene proposto il gioco (attorno ai 30 €), e l’ottima rigiocabilità, uniti ad uno clima di gioco disteso che a sua volta deriva dall’impossibilità di creare competitività tra i giocatori (penserete solamente a rendere efficiente il vostro “orto”, non curandovi dei pomodori altrui), rendono Fields of Green un ottimo titolo per rilassarsi in campagna e in compagnia… senza la puzza sotto al naso (in tutti i sensi).

Condividi questo articolo