Designated Survivor: Due navi – Recensione

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Designated Survivor, incidenti diplomatici e cospirazioni sorprendenti!

Se finora in Designated Survivor si è respirato un forte senso di attualità e di critica all’establishment, con il nuovo episodio uscito oggi sembra che la produzione abbia voluto prendere le distanze da questo filone narrativo, provando a mostrare una diversa visione dell’operato di un presidente. Anche in Due navi vediamo Kirkman affrontare una crisi non certo semplice, un aspetto del serial che non manca mai.

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In questo caso, la crisi riguarda una nave militare americana, coinvolto in un’esercitazione, che rimane vittima di un’avaria e finisce nelle acque territoriali di una nazione, casualmente Medio Orientale, con cui i rapporti sono poco idilliaci. A rendere il tutto complesso sono le sanzioni imposte dagli Stati Uniti, che avevano impedito allo stato ‘canaglia‘ di sviluppare un proprio programma nucleare. Insomma, come l’amministrazione americana reale che tentava di bloccare il programma nucleare iranaiano, avete presente?

Due navi acuisce questo sottile filo di tensione aggiungendo il solito utilizzo della stampa come arma di intimidazione, contrapposto ad un eroismo stoico incarnato da un marinaio della nave americana che, in seguito al disastro, diventa l’ufficiale più alto in grado a bordo. Il rapporto che si instaura tra il giovane marinaio e Kirkman è studiato per far leva su un’empatia che esalti il senso del dovere e il patriottismo, una sensazione che sicuramente negli spettatori americani ha un impatto maggiore, mentre nel resto del mondo può suscitare la sensazione che siamo di fronte al classico esempio di americanata sciovinista, fatta per esaltare il buon americano contro l’impero del male.

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In realtà, la struttura di questo episodio si discosta dal difetto spesso riscontrato in Designated Survivor. Solitamente, infatti, Kirkman alla fine tira fuori una mossa a sorpresa e salva la situazione . In Due navi, invece, vediamo una di quelle rare volte in cui il Presidente deve abbassare la testa e subire una perdita dura, pagando il prezzo di sedere in quella poltrona, come era accaduto nel secondo episodio. Sutherland rende il suo Kirkman credibile, interprentando al meglio i diversi momenti della crisi, dando spessore all’episodio.

Due navi ha, come sempre, il tempo di presentare la vita personale di uno dei protagonisti di Designated Survirvor. Questa volta entriamo nella vita di Emily, che affronta la difficile relazione con il padre a lungo assente, in un intenso riavvicinamento che sembra però condurre verso un finale abbastanza prevedibile.

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Sul fronte investigativo, la story line dedicata a Anna Wells, si aprono nuove piste che portano verso scenari inattesi. Le indagini sulla morte della delegata inglese vista nello scorso episodio sembrano intrecciarsi con interessi imprevedibili, portando gli investigatori verso una sospettata che si rivela essere un depistaggio, mentre la verità scoperta sul finire dell’episodio stupisce tutti, puntando dritta verso l’interno della Casa Bianca! La cospirazione pare essere ritornata in gioco, allargandosi in modo inquietante!

Dopo due puntate in cui il ritmo stava lentamente perdendo di mordente, Designated Survivor si riprende abbastanza bene, con un episodio che potrebbe rilanciare la tensione narrativa che ha mostrato il meglio di questo serial