PAFF: Giulio de Vita e il suo progetto in nome del fumetto!

Giulio de Vita e il PAFF, il fumetto come strumento culturale!

Dire che il fumetto è ancora oggi considerato una forma d’arte minore è un eufemismo. Negli ultimi anni, però, sono comparse numerose iniziative volte a portare la nona arte alla ribalta, dimostrando la profondità e la ricchezza di attrattive del media fumetto. Grazie alla segnalazione di Lola Airaghi, in questi giorni ho scoperto dell’esistenza di un progetto che si propone di dare al media fumetto il giusto palcoscenico per mostrare la propria importanza. A promuovere questa iniziativa è Giulio de Vita, artista del mondo del fumetto, che ha scelto di impegnarsi per mostrare come il mondo delle nuvole delle parlanti possa essere un qualcosa di più di un semplice divertimento, ma una vera e propria arte.

Durante una telefonata, Giulio mi racconta l’iter che lo ha portato a concepire il PAFF. Già ad una prima occhiata della pagina Facebook del progetto si intuisce come dietro ci sia un attento lavoro di studio e ricerca, supportata da un innegabile amore per il fumetto. La sede del progetto è a Pordenone, la città natale di Giulio, una location che ha anche un valore ben preciso, come mi spiega lo stesso Giulio

“La scelta di Pordenone ha una radice socio-culturale bene precisa. Storicamente, questa zona è stata sempre prettamente agricola, ma a partire dagli ’60 grazie all’apertura di alcuni colossi industriali, come la Rex (ora Elettrolux), dal settore agricolo si è passati in modo massiccio a quello industriale. Di pari passo è aumentata la ricchezza dei cittadini, che si è tradotta in uno sviluppo culturale che ha portato questa zona ad arricchirsi di iniziative culturali piuttosto importanti”

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Con una battuta, Giulio mi invita a mettermi comodo, perché il discorso sarà lungo, specialmente per inquadrare il contesto sociale e culturale in cui è maturato il progetto del PAFF. A sorprendermi, è la preparazione e lo studio con Giulio si è dedicato a questa sua idea, oltre ad un entusiasmo mai assente nelle sue parole, che lascia trasparire anche un profondo amore per la sua terra d’origine.

“Pordenone è un centro piccolo, se paragonato ad altre metropoli, ma a partire da metà anni ’90 e specialmente nei primi anni del nuovo millennio ha avuto uno sviluppo culturale non indifferente. Ad esser onesti, è stato anche merito di una classe politica lungimirante che ha saputo valorizzare un background culturale sempre presente sul territorio. Pochi sanno che negli anni ’70 Pordenone ha avuto un’influenza ragguardevole sulla scena musicale, specialmente in ottica punk, ma anche dal punto di vista del fumetto, con nomi come Bordin, Damiano Damiani (che divenne poi regista di sceneggiati come La piovra), Toffolo, Barison o Romeo Toffanetti. Abbiamo un rinomato Festival del cinema muto e un noto festival letterario, Pordenone Legge. Qui la cultura si respira, è ben radicata nella nostra quotidianità”

Ma si parla sempre di musica, letterattura e cinema, il fumetto resta sempre un pelo indietro. Giulio vuole cambiare questa tendenza, mira a portare il comic all’interno di questa fiorente realtà culturale, a maggior ragione ora che è tornato nella sua terra natia.

“Per la mia crescita professionale, ho girato parecchio, mi sono confrontato con diverse realtà, ma alla fine per amore son tornato nella mia Pordenone. Sai, con internet ora si può mandare il proprio lavoro dovunque in pochissimo tempo, quindi ho potuto fare questa scelta. E stando qui ho notato come, nonostante si sia cercato di dare una spinta culturale, il fumetto sia sempre rimasto in disparte”.

Ci risiamo, il fumetto rimane sempre ai margini della scena culturale. E pensare che quest’anno al Premio Strega è approdato nelle fasi finali proprio un libro a fumetti, Orientalia. Giulio non si scoraggia, ma è comunque realista sul rapporto tra istituzioni e fumetto

“Le istituzioni faticano ancora a percepire il fumetto come uno strumento culturale. Nel mio percorso per dare vita al PAFF, infatti, ho cercato di considerare anche questo aspetto. Se mi fossi limitato a proporre la mia idea contando sulla mia professionalità interna al settore fumetto, avrei avuto poca credibilità. Per questo ho deciso di avvalermi della consulenza di esperti, confrontandomi con architetti, curatori e addetti ai lavori, in modo da offrire una credibilità concreta per il progetto PAFF”

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Insomma, vista la sfiducia nel settore fumetto, vediamo di non mostrare il fianco alle critiche, prevenendole. Il pensiero di Giulio deve esser stato questo, un’idea che ha messo in atto in un momento in cui la crisi economica ha colpito anche la zona di Pordenone.

“La crisi colpisce anche lo sviluppo culturale, e alcune delle installazioni museali della zona hanno dovuto affrontare questa situazione. Vedendo come alcuni edifici rimanessero vuoti, ho deciso che fosse il momento di mettere in moto la mia idea: il PAFF”

“Il nome è l’acronimo di Palazzo Arte e Fumetti Friuli, ma è anche l’onomatopea fumettistica che solitamente si accompagna allo schiaffo. Ecco, io vorrei che il PAFF fosse uno schiaffo morale alla mentalità che ancora vede i fumetti come una realtà artistica minore, nonostante in numerose metropoli del mondo siano presenti imponenti musei dedicati al fumetto. Prendi il Centre Belge de la Bande Dessinèe o il Musee Hergè( dedicao a Tin Tin) di Bruxelles, sono realtà molto apprezzate e con un’identità facilmente riconoscibile”

In effetti, un museo del fumetto mi parrebbe un’ottima idea, ma Giulio chiarisce subito il motto del PAFF: not a museum, non un museo.

“Quello che mi piacerebbe fare è rompere il solito approccio museale, andare oltre. Solitamente i musei danno pensare ad un ricordo del passato, io vorrei puntare al futuro, partendo dal presente. Il fumetto sarebbe sicuramene il tema principale, ma sarà anche l’origine di un viaggio che lo porti a confrontarsi con altre forme d’arte, ad arricchire una più ampia e completa offerta culturale. E ti confesso che mi sento anche emozionato, pensa che a darmi sostegno mi sono arrivati attestati di stima di personalità di questo mondo! Addirittura Art Spiegelman, l’autore di Maus, ha omaggiato il progetto del PAFF con una sua tavola!”

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L’idea di Giulio è sicuramente accattivante, soprattutto perché studiata per non essere rivolta solo agli appassionati di fumetti, ma anche per offrire una visione completa dell’universo delle nuvole parlanti a chi conosce questo mondo solo marginalmente. Pordenone dovrebbe esser solo il primo passo di questa operazione.

“Ora sto cercando di portare il mondo del fumetto a Pordenone, come primo passo di un percorso che spero ci porterà ad allargare i nostri orizzonti”

La chiacchierata con Giulio mi ha dato una bella iniezione di fiducia per quanto riguarda il futuro della divulgazione del fumetto. L’idea di Giulio di dare vita a questo progetto è emozionante, si vede come ci sia alla base una convinzione sincera. Un’impresa simile ha bisogno del supporto non solo delle istituzioni, che dovrebbero prendere finalmente coscienza dell’importanza del media fumetto, ma anche di tutti gli appassionati, che dovrebbero mettersi al fianco di Giulio e sostenerlo in questa sua impresa.