Capitan America 20: Il piano di Taskmaster! – Recensione

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Capitan America in un albo tutto focalizzato su di lui, per avvicinarci ulteriormente a Secret Empire

I tempi per l’inizio di Secret Empire, il maxi evento Marvel che sconvolgerà il mondo di Steve Rogers, sono ormai maturi, e questo numero di Capitan America decide di dare a Rogers tutto lo spazio necessario, dando all’altro Capitan America, Sam Wilson, un po’ di meritato riposo.

Lo scorso numero ci aveva lasciati con Taskmaster e Black Ant che avevano trovato una registrazione della confessione di Capitan America in cui Roger affermava di essere un agente dell’Hydra (Capitan America 8). Per i due criminali questa informazione ha subito assunto un’importanza fondamentale, tanto che scelgono di venderla ad una donna che potrebbe sicuramente farne un uso personale molto desiderato: Maria Hill.

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Come ricordiamo, fino a poco tempo fa Maria Hill era la direttrice dello S.H.I.E.L.D., l’organizzazione internazionale di controllo che nel mondo Marvel ha da sempre un certo peso. Dopo lo scandalo dell’operazione Pleasant Hill, la donna è stata messa sotto inchiesta e, grazie proprio alla deposizione di Capitan America, infine considerata inadatta al ruolo, venendo arrestata. Dopo una rocambolesca fuga, è entrata in clandestinità, e il vederla tornare in azione significa che la Hill non ha ancora chiuso i conti con Rogers.

Spencer rimette in gioco la Hill facendola chiamare in causa dai due criminali, che onestamente sembrano due dilettanti. Taskmaster, alias Tony Masters, è un ex agente dello S.H.IE.L.D., quindi conosce bene il valore che potrebbe avere questa informazione. Sia lui che Black Ant, sembrano essere però dei dilettanti, facilmente raggirabili e con un carisma pari a quello dei villain comici di alcune parodie. In un contesto estremamente serio come quello di questo albo, Taskmaster e il suo compare rappresentano il momento di alleggerimento, forzato forse, anche se personalmente avrei preferito un approccio molto più drammatico.

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Soprattutto visto che stiamo leggendo una storia in cui depistaggi e rivelazioni la fanno da padroni, un ambientazione spionistica in cui la vita di Rogers viene costantemente riscritta, offrendoci un differente spaccato dell’intera esistenza del mondo Marvel. In questo albo, Spencer non si limita a delineare il presente ed il futuro di Cap, ma si lancia nella ricostruzione di uno dei momenti topici del passato di Steve Rogers.

Intrigante l’apertura di albo con un cinegiornale dell’epoca, in cui Capitan America compare ancora una volta come l’eroe che abbiamo sempre visto. A contrastare questa visione eroica, ci pensa subito il presente, in cui Rogers ci viene mostrato nella sua nuova identità, un ruolo in cui mantiene ancora una doppiezza che lo aiuta ad essere sia direttore dello S.H.I.E.L.D. che araldo del ritorno dell’Hydra.

È emozionante leggere le didascalie dei pensieri dei personaggi, che si tratti di Selvig con il suo diario o dei pensieri di Rogers. Spencer utilizza al meglio questo strumento narrativo, che diventa un perfetto accompagnamento per la narrazione grafica, precisa e dinamica, con tavole studiate per esser d’effetto, in particolare quelle con i flashback grazie ad una colorazione ‘antichizzata’ perfetta.

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Nel mito di Cap tutti ricordiamo la sua ultima missione nella Seconda Guerra Mondiale, quando per impedire al Barone Zemo di colpire New York con un’arma a distanza si sacrificò, finendo nei ghiacci per decenni. Spencer ora ci mostra una diversa verità, una in cui l’infiltrato Rogers dovette assistere alla morte del padre del suo più caro amico, Helmut Zemo, per mano, anche se involontariamente, di Bucky Barnes.

Queste scene sono spettacolari. Rogers è rivelato come agente dell’Hydra, ma non viene meno il suo spirito, anche se alimentato da un credo diverso dal solito. Lo si vede nel modo in cui cerca ad ogni modo di difendere Bucky, vedendo in lui del buono (secondo i canoni dell’Hydra), ma considerandolo vittima del sistema corrotto in cui è cresciuto. In questo, Spencer ha fatto un lavoro incredibile!

Altrettanto stuzzicante è la progressiva presa di coscienza di Zemo, che inizia a convivere con la riscoperta della realtà celata dal cubo cosmico. Lo storico nemico di Cap, che ora si scopre esser il suo miglior amico, inizia a prendere familiarità con questa nuova realtà, dando vita ad un piano proprio che potrebbe non essere esattamente in linea con quanto previsto da Steve Rogers.

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Ed in tutto questo, con un colpo di scena, Spencer inscerisce il ritorno di Elisa Sinclair, Madame Hydra. Con poche battute ed un riferimento al passato del giovanissimo Steve Rogers, si comincia ad intravedere un ruolo non da poco per questa villain.

Il 26 ottobre con il nuovo numero di Capitan America tornerà in gioco anche Sam Wilson, ma soprattutto inizieranno ad arrivare delle risposte agli interrogativi rimasti aperti in questo albo!