Designated Survivor: Una brutta sorpresa – Recensione

Designated Survivor mette faccia a faccia Kirkman e Lloyd, in una resa dei conti che potrebbe rivelare delle spiacevoli sorprese!

Puntuale come suo solito, Netflix anche questo venerdì ci riporta nella Casa Bianca con Designated Survivor, la cui seconda stagione è ripresa settimana scorsa, con l’episodio Un anno dopo.

Come abbiamo visto, Lloyd non è certo stato reso inoffensivo, ma la sua latitanza ha solo reso ancora più determinata l’amministrazione Kirkman e l’agente Wells in particolare, che hanno fatto della cattura del pericoloso criminale la loro priorità. Questa missione è stata svolta sempre nel più totale riserbo, con una segretezza che mal si concilia con l’atteggiamento aperto di Kirkman (Kiefer Sutherland), ma che deve essere così svolta in modo da non mostrare alla nazione il reale pericolo.

La ferita inferta al popolo americano con la distruzione del Campidoglio è ancora aperta, e il pensiero della squadra di Kirkman è che ora sia necessario dare alla nazione un qualcosa di positivo su cui concentrarsi, per allontanare i fantasmi della strage.

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Sarebbe bello, se Lloyd non decidesse di ricomparire nel suo stile, con una bella minaccia terroristica. Tornato su territorio americano, il terrorista cerca di mostrare subito la sua determinazione a Kirkman, riuscendo a colpirlo proprio nei suoi affetti.

Una brutta sorpresa si concentra molto sulla conflittualità Kirkman-Lloyd. Il rapporto con i figli e l’importanza della famiglia per i due uomini sono al centro del loro contrasto, una battaglia a distanza che Kikrman vorrebbe risolvere con il dialogo, ma che Lloyd, accecato dalla sua vendetta, non intende affrontare se con una minaccia: l’amnistia per non liberare gas nervino durante la cena con i corrispondenti.

L’evento è uno dei momenti centrali dell’anno politico americano, solitamente teatro di discorsi programmatici e di rivelazioni che i presidenti tengono appositamente per questa cerimonia. La minaccia di Lloyd costringe l’amministrazione Kirkman ad affrontare un altro difficile rapporto: quello con il Senato.

Fin dal suo insediamento, Kirkman è stato visto come un presidente debole, un outsidere che non essendo avvezzo alle dinamiche meno note della macchina politica può esser facilmente manipolato o aggirato. In Una brutta sorpresa Kirkman sembra essere esattamente in questa posizione, quando la sua scelta di intervenire in modo deciso contro Lloyd viene ostacolato da una commissione del Senato che non esita a far appello a leggi e regolamenti pur di non lasciarlo agire.

La battaglia non è sul singolo intervento, ma su una difesa dei principi, sollevando però un interrogativo estremamente attuale: può un evento straordinario stravolgere i principi? Domanda che in questo episodio di Designated Survivor diventa centrale, soprattutto per un uomo di principi come Kirkman.

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La bellezza di Designated Survivor è questa ingenuità con cui si vuole presentare Kirkman come un uomo incredibilmente onesto, pronto a gettarsi in pasto alla stampa con solo la sua correttezza e la verità come armi. Nel gioco politico di Washington la sua figura sembra una mosca bianca, quasi un kamikaze, una tendenza che obbliga i suoi collaboratori a prevenire questa sua voglia di stravolgere le regole del gioco politico, riportandolo nell’ottica della sopravvivenza politica.

Sutherland riesce a dare vita al suo Kirkman in modo credibile, riuscendo a mostrare il suo incrollabile idealismo che la sua tenacia, quando si tratta di affrontare a muso duro senatori dalla dubbia moralità o minacce alla propria famiglia. La figura del presidente è sempre centrale, ma riesce ad essere esaltata dalla cura che viene riservata agli uomini (e le donne) del Presidente, raccontati a rotazione come persone non solo come rappresentanti del potere.

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Una brutta sorpresa è il tipico episodio di Designated Survivor, dove political drama e spy story si incrociano in maniera perfetta, mantenendo un ottimo equilibrio e sostenendosi a vicenda. La caccia a Lloyd è ideale per esaltare la figura di Anna Wells (Maggie Q), che passa dall’ossessionata all’agente ideale, in una continua crescita del personaggio che non può che appassionare.

Il finale di questo episodio lascia con il fiato sospeso, come se la chiusura della minaccia ereditata dalla scorsa stagione lasci il posto ad un nuovo nemico nell’ombra. Non ci resta che pazientare fino a venerdì prossimo per scoprire quali sfida attendono l’amministrazione Kirkman e l’agente Wells.