Orfani Sam 6: Il diavolo in me – Recensione

Orfani Sam arriva alla pausa di metà stagione con un albo che colpisce duro!

Ci siamo, il fatidico numero di mid season di Orfani Sam è arrivato. Onestamente, le varie polemiche sul perché e il come mai di questa decisione, a mio gusto, si sono già più che esaurite, quindi non intendo perderci più tempo del dovuto limitandomi ad un laconico: amen!

La pausa di metà stagione è una scelta presa in sede Bonelli, fa parte di una politica editoriale che sarà stata valutata da autori ed editore. Noi lettori abbiamo il sacrosanto diritto di non concordare, ed ottenere da chi di dovere le risposte ai nostri dubbi, ma d’altro canto dobbiamo anche ricordare che dietro queste 98 pagine c’è il lavoro di tanti autori, quindi diamo anche un minimo di credito e comprensione.

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Ma avevo detto basta, quindi passiamo direttamente a Il diavolo in me, albo numero 6 di Orfani Sam che mi costringe a rimangiarmi quanto detto lo scorso mese, quando ritenevo già Duello al sole un’ideale pausa di mezza stagione.

Con Il diavolo in me, siamo probabilmente al cospetto di uno degli albi più importanti di questa stagione di Orfani, forse anche dell’intera serie. Già con Duello al sole si era assistito ad una rilettura di alcuni momenti fondamentali della lunga avventura di Orfani, in cui veniva presentata al al lettore una chiave di lettura più completa. Ma tutto era focalizzato sulla Storia, era un ripasso, appassionante ma pur sempre un the story so far.

Il diavolo in me invece è il passo decisivo nella storia. Qui non si scherza, nonostante il tono sempre scanzonato di Ringo e RR13, le cose di fanno decisamente interessanti. Fin dall’inizio il lettore viene catturato su più livelli, grazie ad una buona alternanza del nutrito team di disegnatori (Fabrizio Des Dorides, Simone di Meo, Andrea Accardi, Luca Casalanguida) e ai coloristi (Andres Mossa, Giovanna Niro, Alessia Pastorello). Ci sono diverse linee narrative che si muovono in questo albo, maturate durante gli albi passati e pronte ad esplodere sulle pagine.

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Da un lato le macchinazioni dei governanti di Itaca (Garland e Petrov) sembrano arrivare al loro culmine, ma se i due pensano di dimostrare la loro forza si sbagliano. Anche questi due presunti leader sono marionette, non si sono mai accorti che il loro ruolo è stato previsto da qualcuno ancora più scaltro. Il ritorno di un personaggio chiave della saga, nelle idee dei due avrebbe dovuto esser il coronamento del loro piano, ma in realtà è la fine del loro ruolo da leader.

Il diavolo in me è forse il primo vero albo di questa stagione in cui si scava a profondo nell’anima di Sam. La parte centrale è interamente dedicata a lei, con uno dei momenti più emozionanti della sua intera storia. Monteleone e Recchioni scelgono di mettere finalmente Sam di fronte a quella decisione che per tutta la stagione la ha inseguita, un interrogativo che ha segnato le sue azioni: chi sei?

E finalmente Sam lo scopre, nel solo modo possibile: accettando sé stessa. In ogni sua parte, in ogni suo inquietante aspetto. Sam è sempre stata divisa, in ogni momento della sua vita, uno squilibrio interiore che le ha sempre precluso di accettare la propria natura. Lo ammetto, leggere le pagine in cui viene il diavolo del titolo emerge sono spettacolari, impressionanti. La lotta interiore della Mocciosa, di ogni Sam, è a tratti inquietante ma sempre emozionante, la miglior rappresentazione della natura più nascosta del personaggio.

Lo stile scelto per rendere questa rinascita di Sam è pesantemente influenzato dal mondo manga, c’è un proprio un passaggio di stile che accompagna il mutamento della protagonista. Il dinamismo e i tratti di Sam vengono mutati, ma in modo progressivo, veniamo resi parte di questo processo, seguendolo prima interiormente e poi nel mondo reale. Ed è una festa di sangue, resa magnificamente.

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Se già con il numero di questo mese di Dragonero mi ero dispiaciuto del valore di alcune tavole doppie piagate dal formato Bonelli, con Il diavolo in me questa sensazione viene amplificata. La nuova Sam viene ritratta in splash pages in cui disegno e colore raggiungono una vetta di simbiosi impressionante, in cui ogni aspetto viene curato al dettaglio, dove anche l’utilizzo della sfumatura o di un’immagine volutamente sfocata diventano strumenti narrativi. Il lettore è travolto, come è giusto che sia in un simile momento!

Una considerazione, alla luce di questo albo di Orfani: Sam. Le donne sono sempre le più forti all’interno del mito di Orfani, sono loro che nei momenti più duri e difficili hanno la forza per compiere l’azione necessaria, giusta o sbagliata che sia. Anche quando sono apparentemente sconfitte sono sempre in grado di dare un ultimo guizzo, un repentino colpo di mano che ribalta le situazioni. Non a caso, da sempre il vero nemico, la grande pianificatrice è per l’appunto una donna.

Il finale di questo albo, con tutto quello che è accaduto in queste pagine, diventa il punto di massimo hype dell’intera serie. Interrompere qui è un dolore per il lettore, ma una tocco di genio da parte degli autori, che hanno scelto astutamente quando metterci in stand by.

Armatevi di pazienza ora, perché la seconda parte di Orfani Sam arriverà il 16 gennaio! E nulla sarà più come prima!