Zombicide Black Plague: Maghi e guerrieri contro i non morti! – Recensione

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Zombicide Black Plague, maghi e guerrieri contro gli zombi!

Siamo onesti, gli zombie sono sempre affascinanti. Che si tratti dei non morti creati anni fa dal compianto Romero o che li leggiamo sulle pagine di The Walking Dead, gli zombie sono una delle fisse di noi nerd. E lo sanno bene Raphael Guiton, Jean-Baptiste Lullien e Nicolas Raoult che hanno utilizzato gli zombie per i loro boardgame, in particolare con Zombicide Black Plague.

Spin off fantasy dell’apprezzato Zombicide, Zombicide Black Plague si inserisce in un contesto quasi storico, portandoci nei secoli bui in cui, nella nostra realtà, la peste mieteva vittime senza sosta, ma ne riscrive la verità storica: la Piaga Nera sono i non morti!

Come da copione il primo impatto è con la scatola, che fin dall’inizio mostra in pieno lo spirito del boardgame, mostrando i nostri sopravvissuti in tutta la loro spietata ferocia. Lo stile è quello cartoonesco che vediamo spesso in queste produzioni, ma che in Zombicide Black Plague viene usato in modo spettacolare. Ogni componente del gioco, rimane fedele a questa impostazione, dalle piantine delle location alle carte di gioco fino alle miniature.

Parliamo un attimo delle miniature, le nostre ‘pedine’ in Zomibicide Black Plague. Sono una quantità incredibile, oltre alle sei dedicate ai Sopravvissuti, nella scatola (organizzata in modo impeccabile e ben costruita) trovano spazio anche svariate statuette dedicate ai non morti.

Come dicevamo nei giorni scorsi per Warhammer 40k: Relic, anche per Zombicide Black Plague sarebbe da perdere un po’ di tempo e colorare questi nostri avatar, anche se le dimensioni ridotte rendono l’operazione adatta a mani esperte.

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La confezione di Zombicide Black Plague è stata pensata per esser user-friendly. Può sembrare una cosa da poco, ma sui bordi della scatola è anche segnato l’ordine in cui rimettere a posto oggetti e miniature.

Stessa cura è stata infusa nel manuale di Zombicide Black Plague. Solitamente ci troviamo di fronte a pagine su pagine di regole dalla difficile interpretazione, ma con il manuale di Black Plague tutto sembra semplice, anche se non si ha mai avuto esperienza dei precedenti titoli della serie. Scritto in modo chiaro, divertente e con tante ottime illustrazioni, questo manuale è uno spettacolo, arricchito anche da una serie di missioni che, con un crescente livello di difficoltà, aiutano a prendere confidenza con il gioco!

La prima cosa che mi ha stupito è la plancia, che ricorda la scheda di un personaggio in un GdR. In Zombicide Black Plague questa serve per tenere in ordine la nostra vita da Sopravvissuto: carta personaggio, equipaggiamenti, armi e contenuto dello zaino. Questa piacevole introduzione copre una delle pecche delle precedenti incarnazioni di Zombicide, che spesso risultavano disordinate nelle fase di gioco. Sotto questo aspetto, Zombicide Black Plague è, dal punto di vista della componentistica, la miglior versione; nonostante la carte di gioco a questo giro non presentino easter egg o citazioni come in precedenza, sono comunque ben realizzate, con disegni a tema, anche se alcuni segnalini sono effettivamente un po’ piccoli e rischiano di non risaltare a dovere durante le partite.

Contrariamente alle altre versioni di Zombicide, in Black Plague il gameplay è pensato per sei giocatori ma, se siamo in meno attorno al tavolo, qualcuno deve usare più di un personaggio. In fase di preparazione tra i giocatori ci si deve dividere l’equipaggiamento, specialmente le armi; l’ideale sarebbe di valutare le dotazioni in modo accorto per dare il meglio ad ogni singolo personaggio e non fare gli egoisti! Gioco di squadra, sempre!

Una volta sistemato il terreno di gioco (delle stupende mappe) in base all’avventura scelta, inizia il divertimento. Le dinamiche di base sono mutuate da Zombicide, ma cambiando l’ambientazione si è optato per introdurre alcune sostanziali differenze. In Zombicide Black Plague, ad esempio, l’invasione di non morti spaventa la popolazione, quindi cosa accade? Che ci si barrica in casa! Ecco quindi che sarà necessario aprire determinate porte chiuse, apertura che sarà possibile solo con un’azione (stile combattimento) e non in automatico come nelle precedenti versioni del boardgame.

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Le azioni possibili vanno dal movimento al combattimento, il tutto ben strutturato, tenendo presente anche le mosse potenziali degli zombie, che durante il loro turno, seguendo le regole del gioco, possono sorprenderci.

Una piaga o una benedizione?

La prima impressione avendo tra le mani Zombicide Black Plague è che venga a mancare il dinamismo e le potenzialità dei precedenti titoli della saga, data l’ambientazione. In realtà, ho trovato che questo cambio abbia consentito ai creatori non solo di mantenere il fascino di certe armi (il mitra, ad esempio, diventa la balestra a ripetizione), ma hanno reso ancora più affascinante il boardgame.

L’idea del gruppo di sopravvissuti ha sempre il suo fascino, a patto che si accetti una certa casualità nel gioco. Può capitare anche di trovarsi di fronte a situazioni che mettano a dura prova la nostra pazienza, ma il gioco di squadra può aiutare a tenere a bada i nervi, specie in partite che possono durare anche due ore!

Zombicide Black Plague ha già avuto una espansione (Wolfburg) e ha la fortuna di avere disponibili anche una serie di pack, come gli Special Guests o Zombie Bosses, che consentono di rimpolpare le fila dei nostri Sopravvissuti con nuovi eroi (o introdurre altri nemici nelle schiere dei non morti!).

In conclusione, Zombiecide Black Plague è un degno erede di Zombicide, ma ha il pregio di partire da dinamiche di gameplay rodate per dare vita ad un titolo che riesce a crearsi una propria identità, giocando molto bene la carta dell’ambientazione per offrire ai giocatori, vecchi e nuovi, una nuova esperienza!