Una Serie di Sfortunati Eventi – La Recensione

Una Serie di Sfortunati Eventi

La prima stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi: Netflix firma la versione più fedele ai romanzi di Lemony Snicket

Se vi interessano le storie a lieto fine, questa storia non fa per voi!

Queste sono le prime parole del nostro narratore, Lemony Snicket, che ci accompagna episodio dopo episodio nella tragica storia dei Baudelaire, giovani protagonisti di Una Serie di Sfortunati Eventi, la serie TV originale Netflix.

Snicket (Patrick Warburton) non è solo colui che ha indagato e ricostruito con perizia le vicende dei giovani protagonisti, ma è anche lo pseudonimo dello scrittore Daniel Handler: la serie, creata da Mark Hudis, è infatti basata sull’omonimo ciclo di romanzi.

La trama è molto semplice: la storia segue le vicende di Violet, Klaus e Sunny Baudelarie, tre orfani che vengono perseguitati dal loro tutore, il Conte Olaf (Neil Patrick Harris), che vuole impadronirsi a tutti i costi della loro eredità.

La prima stagione copre solo i primi quattro libri, ma lo show è stato confermato anche per le prossime due: la seconda stagione sarà di dieci episodi e arriverà a raccontare le vicende fino al nono libro, mentre la terza adatterà i restanti quattro volumi.

Un infausto inizio

Se avete visto il film Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi del 2004, diretto da Brad Siberling, vi conviene dimenticare sia la trama che lo stile, siamo di fronte a qualcosa di completamente originale.

Al contrario, se avete un po’ di tempo o se vi piace perdervi in saghe abbastanza lunghe, vi consigliamo di leggere il ciclo di romanzi.

Il film su citato, nel tentativo di far entrare la lunga trama in un paio d’ore, era stato decisamente troppo riduttivo.

Il proposito della serie TV, al contrario, è proprio quello di seguire passo passo i romanzi, ricreando i dialoghi nella maniera più fedele possibile. Per questo motivo, una sana e rilassante lettura dei romanzi, prima di tuffarsi a capofitto nello show targato Netflix, è davvero consigliata!.

Il narratore è dotato di un umorismo bizzarro ed inusuale, il quale non è adatto a tutti: oscilla continuamente tra il tragico ed il comico, spesso sfiorando l’assurdo… ma è questo essere assurdo, cosa tutt’altro che sgradevole, a catturare lo spettatore fin dal principio!

Per godere appieno dello show, è quindi necessario immedesimarsi un po’ nei personaggi, ed entrare nello spirito della serie stessa.

D’altronde, se la narrazione letteraria di Lemony Snicket è frizzante ed eccentrica, tale deve rimanere anche al di fuori dei romanzi, giusto?

La serie ricalca alla perfezione il romanzo stesso che è un inno al pessimismo più nero, condito da amara ironia, una specie di parodia di tutti quegli orfanelli che la letteratura vittoriana ci ha propinato tanto volentieri, ai quali ne capitavano di tutti i colori, finché non riuscivano ad avere il loro agognato riscatto sociale.

Il grottesco sta in tutti i personaggi che orbitano intorno ai fratelli Baudelaire, come il Conte Olaf, spietato e ridicolo allo stesso tempo, oppure Mr. Poe, un uomo buono ma ottuso oltre ogni limite. Perfino il Giudice Strauss, nonostante sia una persona inflessibile nel suo lavoro alla Corte Suprema, viene raggirata in un istante nella vita reale.

Insomma, per farla breve, il mondo degli adulti è beffardo e insensato, privo di ogni logica. Anzi, gli adulti risultano totalmente impediti, miopi e spesso irritanti.

La contrapposizione che lo scrittore ha creato tra le disgrazie dei Baudelaire e le assurde situazioni nelle quali vengono a trovarsi è geniale, e questa serie TV riesce a riproporla in maniera egregia sullo schermo.

Non guardare, non guardare!

Ci siamo presi uno spazio apposito per parlare della sigla iniziale, che è impossibile non amare!

Innanzi tutto, lo spettatore viene letteralmente invitato a distogliere lo sguardo: lo show potrebbe rovinare la sua vita notte e giorno, dato che ogni episodio provoca sgomento.

Assolutamente orecchiabile e dal ritmo vivace, la sigla cambia ad ogni episodio. Il motivo? Ognuna contiene una breve anticipazione della trama e, a volte, perfino uno spoiler!

Le sigle sono state composte da Nick Urata e Daniel Hadler e, nella versione originale, sono cantate dall’eclettico Neil Patrick Harris.

Conclusioni

Come abbiamo già detto e ripetuto, Lemony Snicket è un narratore strepitoso che riversa su Una serie di sfortunati Eventi questa sua forza rendendo lo show intrigante e più che convincente. Colpiscono subito alcuni elementi, come il suo portamento elegante, l’atteggiamento composto e il linguaggio forbito che catturerà lo spettatore fin da subito.

In particolar modo, vi raccomandiamo di prestare molta attenzione alle parole. I dialoghi sono ricchi di un lessico ricercato, pieno di giochi semantici e di dissertazioni terminologiche: una vera goduria per i palati più esigenti.

Il tutto, mescolato ad una splendida scenografia gotica con sprazzi di colori sgargianti, rende la serie marchiata Netflix piacevole e raffinata.

Un ultimo consiglio: cercate di tornare bambini mentre la guardate, perché gli adulti qui stanno sempre, e senza scusanti, dalla parte del torto!