Batman & Robin: Joel Schumacher chiede scusa per il film e spiega i capezzoli sui costumi

Batman & Robin costume

Il regista, durante un’intervista, fa il mea culpa su Batman & Robin e rivela l’origine dei capezzoli sui costumi

A venti anni esatti dall’uscita nelle sale di Batman & Robin (1997), il regista del film e del suo predecessore Batman Forever, intervistato da Vice spiega il motivo per cui furono realizzati i capezzoli sui costumi:

Furono realizzati da Jose Fernandez, il nostro capo scultore. È stato Bob Ringwood che ha creato i costumi di Batman e Batman – Il Ritorno. Quando stavamo facendo Batman Forever, le tecniche per lavorare la gomma erano diventate più sofisticate. Quando Michael Keaton appare in costume, potete accorgervi di quanto sia grosso. Era fantastico ma era il massimo che potessero fare.

Quando Batman Forever è uscito, la modellatura della gomma era diventata più sofisticata. Quindi ho chiesto dei costumi anatomici e ho dato a Fernandez delle foto di statue greche e i disegni anatomici dei libri di medicina. Lui fece i capezzoli e a me piacevano.

Il regista, che già aveva fatto ammenda a riguardo, coglie l’occasione per scusarsi nuovamente con i fan per Batman & Robin, da tutti considerato il peggior film sul Pipistrello (come ammesso anche da George Clonery):

Mi scuso per Batman & Robin. Voglio scusarmi con tutti i fan che ho deluso perché glielo devo.

Non volevo fare un sequel. Ma tutti alla Warner Bros. si aspettavano che lo facessi. Forse sono stato un po’ arrogante. Avevo una buona media. Ho avuto un piccolo calo dopo Ragazzi perduti, sono stato definito un genio per Il Cliente, ho avuto un grandissimo successo con Batman Forever ed ho avuto ottime recensioni per Il momento di uccidere. Non ho mai voluto essere un “re dei blockbuster” perché gli altri film che avevo fatto erano piccoli. Sono piaciuti al pubblico e, spesso, non sono piaciuti ai critici. Dopo Batman & Robin mi trattavano come se avessi ucciso un bambino.

Tranquillo Joel, a tutti capita di fare dei passi falsi e, purtroppo, quella “cosa lì” è capitata a te, senza che possa comunque mettere in discussione la tua professionalità e l’onestà intellettuale che hai dimostrato con queste dichiarazioni.

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