Aliens: Defiance 2, sintetici nello spazio – Recensione

Di Manuel Enrico 6 Min di lettura

Con Aliens: Defiance tornano Zula Hendricks e il sintetico Davis, a caccia di xenomorfi nel gelido spazio

Siamo reduci da quella che è una vera battaglia tra gli appassionati degli xenomorfi, una guerra nata dall’uscita di Alien:Covenant, la pellicola di Ridley Scott che segue Prometheus. Da un lato gli entusiasti spettatori, dall’altro i delusi (tra i quali mi schiero anche io); per mettere tutti d’accordo, da aprile saldaPress ha deciso di pubblicare anche nel nostro paese l’Aliens Universe di Dark Horse. Dopo averci portato il volume Aliens: 30° Anniversario, saldaPress continua questo viaggio nell’universo degli xenomorfi con le altre due serie, Fire and Stone (Prometheus ed Aliens li abbiamo già letti), e Defiance, che a breve avrà il suo secondo capitolo!

Salvatore ha scritto un bel pezzo sulla prima uscita di Aliens: Defiance, il cui spillato ci introduceva a questo universo espanso, che prende luogo tra Alien e Aliens.

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La copertina del secondo albo di Aliens: Defiance, realizzata da Massimo Carnevale

Quello che inizialmente sorprende è vedere come Defiance cerchi di fare da collegamento fra ogni aspetto dell’Aliens Universe, e la trama imbastita da Brian Wood si muove su più piani, proprio per ottenere questo risultato. La storia che vede come protagonista Zula Hendricks, una marine coloniale ormai inabile al servizio, inizia qualche anno dopo gli eventi di Alien, consentendo alla donna di diventare amica di Amanda Ripley, la figlia della più famosa Ellen e protagonista del videogame Alien: Isolation. Nonostante la nuova missione di Zula la porti lontano dalla base in cui era stazionata, il suo legame con Amanda torna a farsi sentire anche in questo secondo numero di Aliens: Defiance, dove viene fatto un preciso riferimento all’avventura che Amanda sta per vivere sulla stazione Sevastopol (e che abbiamo recentemente scoperto non avrà un seguito, almeno videoludico).

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Una tavola di Burchielli per il secondo capitolo di Aliens: Defiance

Se siete preoccupati per Amanda, non pensate che Zula se la passi meglio. Dopo aver guidato una squadra di sintetici che si ribellano alla compagnia Weyland-Yutani, la soldatessa deve ora tenere testa a quello che si rivela essere una battaglia su due fronti; se da un lato la sua missione di sterminare quanti più alieni possibile è una spinta vitale, dall’altra bisogna muoversi con cautela, visto che assieme a lei c’è solo un sintetico, Davis, ma alle sue calcagna c’è l’intera compagnia! Con il secondo numero di Defiance assistiamo ad una minore presenza degli xenomorfi, ma ad una più sostanziale componente psicologica; il fatto che gran parte della storia ci venga presentata tramite le didascalie che riportano i pensieri di Zula ci aiuta a inquadrare l’animo della marine, ma con questa uscita iniziamo a vedere il suo crescente rapporto con Davis, il suo unico alleato. L’attenzione su Zula è alta, il suo processo di crescita su queste pagine è costante, con un emozionante flashback sul suo passato da marine, che oltre a darci una visione più completa della sua anima, ci offre anche qualche dettaglio in più sui Colonial Marines.

Ma non sarebbe Alien senza un sintetico, giusto? Davis è la spalla di Hendricks, ma tutti gli appassionati sanno come un essere artificiale in Alien sia un alleato particolare; anche in Aliens:Defiance questa sfiducia da luddisti verso i sintetici viene percepita, specialmente nella prima parte di questo albo (che raccoglie il numero 3 e 4 dell’edizione americana), in cui una prima rivolta di sintetici ci permette di scoprire anche alcuni dettagli sulla gestione degli esseri artificiali da parte della Compagnia. Nella seconda parte, possiamo invece soffermarci su un ottimo lavoro fatto su Davis, che riesce a presentare il classico comportamento ‘bipolare’ che contraddistingue gli androidi in Alien. Inevitabile farsi la classica domanda ‘da Alien‘: l’androide è affidabile?

Una tavola di Brescini dedicata ai Colonial Marines

Se la trama di Wood è ritmata in modo perfetto, non da meno sono i disegni. Che parlano italiano, sappiatelo. Se la copertina è firmata da Massimo Carnevale, all’interno tutta la carica delle scene d’azione, la ricostruzione grafica dell’andamento della rivolta sull’Europa, il ritratto dei personaggi e il lavoro di caratterizzazione sui protagonisti della vicenda (specialmente nel flashback su Zula). Le firme di questi disegni sono di Riccardo Burchielli e di Tony Brescini, su cui poi Dan Jackson ha messo il colore, ricreando alla perfezione l’atmosfera di Alien.

Defiance con la sua seconda uscita riconferma le buone impressioni avute con la lettura del primo albo, riuscendo a spingere ancora di più sull’impatto empatico con il lettore. Il fascino di questa edizione di saldaPress è anche la realizzazione editoriale dell’albo, con una serie di speciali che approfondiscono il mito degli xenomorfi. Se pensiamo che tutto questo saldaPress riesce a inserirlo in un albo spillato di 49 pagine per 3,20 €, non ci resta che fiondarci venerdì in edicola, per poi rimetterci in paziente attesa del 23 giugno per il terzo albo!

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