Last Friday – La recensione a prova di maniaco

Last Friday

Last Friday – Recensione

Last Friday è un gioco da tavolo tutto italiano che prende ispirazione da alcuni titoli di deduzione come Scotland Yard, o il più recente Lettere da Whitechapel, i quali hanno definito un vero e proprio genere a sé stante: quello legato ai movimenti nascosti delle pedine sul tabellone. 

A differenza dei due titoli citati poco più sopra, però, il gioco di Escapes Studios (Antonio Ferrara e Sebastiano Fiorillo) alternerà il nostro ruolo da preda a predatore, lungo il corso di una storia ricca di suspense suddivisa in quattro capitoli unici nel loro genere.

Avrete il fegato per giocarci? Scopriamolo insieme!

Un intero campeggio in scatola

Last Friday è distribuito in Italia da Pendragon Game Studio, ed è stato pensato per campeggiatori sacrificabili dai 13 anni in su. La durata di una partita varia a seconda del numero di capitoli che giocheremo, ma raramente sforerà le due ore.

All’interno della scatola troveremo:

  • Un tabellone di gioco
  • Il regolamento
  • 15 schede campeggiatore
  • 5 pedine campeggiatore
  • 1 pedina predestinato
  • 1 pedina maniaco
  • 1 segnalino turno
  • 1 segnalino barca
  • 5 tessere bungalow
  • 5 segnalini maniaco
  • 8 segnalini cadavere
  • 10 segnalini welcome
  • 35 segnalini indizio
  • 30 gettoni gialli trasparenti
  • 1 schermo segnamosse pieghevole

Mentre le pedine risultano anonime come poche altre (probabilmente a causa del regolamento che ci permette di utilizzarle con diversi personaggi abbinati), lo schermo del maniaco, attrezzato come fosse il nascondiglio di un vero psicopatico con tanto di finestrella per spiare i campeggiatori, appare ispirato e divertente.

Il regolamento di appena 15 pagine è studiato per accompagnarci durante tutto il corso della nostra avventura, grazie alla facile consultazione divisa in capitoli. In generale risulta ben scritto ed essenziale.

Il maniaco necessiterà anche di un foglio e di una penna non inclusi nella scatola (ma ce ne faremo una ragione), utilizzati per segnare segretamente le sue mosse sul grande tabellone raffigurante Camp Apache.

I disegni sono invece stati realizzati da Sebastiano Fiorillo, al quale vanno i complimenti per la qualità ed il sapore da slasher movie vintage.

Benvenuti a Camp Crystal Lake Apache

L’ambientazione di Last Friday affonda le sue radici in numerosi horror, anche se il riferimento più chiaro e diretto è quello alla saga di Venerdì 13. Così come nel film del 1980, ci ritroveremo presto a vagabondare insieme ai nostri compagni di sventura per Camp Apache in quegli stessi anni, un campeggio allestito ad hoc per potenziali vittime amanti dell’horror e maniaci assassini.

Approdati sul luogo scopriremo infatti ben presto due cadaveri e, da 2 a 6 giocatori, dovranno cercare di nascondersi da uno psicopatico che si aggirerà quasi indisturbato nella notte.

Il tutto avverrà su di un grande tabellone dove sono segnati vari percorsi, segnalati tramite dei pallini bianchi. Su questi si potranno spostare i vari campeggiatori, mentre sui cerchi numerati si nasconderà invece il maniaco. Al centro del tenebroso campeggio, poi, è presente un lago, attraversabile a nuoto dal maniaco o in barca dai campeggiatori. Ovviamente la misera barchetta non sarà sufficientemente grande per trasportare tutte le potenziali vittime, lasciando spesso dietro di sé una scia di morti in riva al lago.

5 diversi bungalow aspetteranno invece di essere aperti dai campeggiatori con una chiave… o dal maniaco con un’ascia.

Indipendentemente dal numero di giocatori, in Last Friday saranno sempre presenti 1 maniaco e 5 campeggiatori (in pochi potreste quindi ritrovarvi a dover spostare più di una pedina). Quest’ultimi saranno scelti fra tre possibili schede personaggio abbinate ad ogni colore, ed ognuno partirà con un token abilità specifico del personaggio scelto.

Anche il maniaco avrà i suoi segnalini abilità, che potrà spendere e guadagnare durante il corso della partita. Questi permetteranno di svolgere mosse extra, lasciare trappole, depistare il proprio movimento e tante altre sorpresine che renderanno l’esperienza di gioco varia ad ogni partita.

Ogni turno è composto da 15 round d’azione in cui potremo spostare le nostre pedine. Al termine dei quindici spostamenti si cambieranno le “regole del gioco”

Last Friday si svolge infatti in quattro diversi capitoli, ognuno di essi con un differente obiettivo. Questi saranno:

  1. L’arrivo al campo
  2. L’inseguimento
  3. La vendetta
  4. Il capitolo finale

Nel primo capitolo i fortunati nuovi campeggiatori di Camp Apache tenteranno di scappare dal maniaco; cercando rifugio nei bungalow che potranno essere aperti solo tramite le chiavi del rispettivo colore, nascoste sotto a dei segnalini sparsi dall’amico sociopatico di turno ad inizio partita. Quest’ultimo dovrà invece fare ciò che gli riesce meglio, ovvero tentare di uccidere i malcapitati che si troveranno sulla sua strada, segnata segretamente tramite l’utilizzo dei numeri riportati sulle caselle. Ogni tre spostamenti il maniaco dovrà rivelare la posizione in cui si trovava tre round prima. Eventuali vittime avranno modo di riprendere il gioco nel capitolo successivo, rinascendo in una particolare location del tabellone come fossero un nuovo personaggio. In caso il maniaco riuscisse ad uccidere tutti i campeggiatori, la vittoria sarà subito sua.

Se anche solo uno dei campeggiatori dovesse sopravvivere alla prima notte, il gioco proseguirà al secondo capitolo. Qui i ruoli si invertiranno, e saranno gli altri giocatori a dare la caccia al maniaco, il quale, questa volta, ogni tre round dovrà rivelare la sua esatta posizione sul tabellone. Se un campeggiatore riuscirà ad oltrepassare la pedina del maniaco questi verrà ferito, terminando istantaneamente il capitolo in corso. In alternativa si passerà al terzo capitolo dopo i canonici 15 round d’azione.

Nel terzo capitolo, La Vendetta, il campeggiatore che avrà ferito il maniaco (o quello più vicino a lui terminato l’Inseguimento) diventerà il predestinato. Il maniaco cercherà quindi di vendicarsi tentando di ammazzare il predestinato, reo di averlo precedentemente assalito, mentre gli altri giocatori dovranno tentare di frapporsi fra la vittima e il suo carnefice. In questo terzo capitolo, il maniaco vince se riesce ad uccidere il predestinato.

Il capitolo finale sarà giocato nuovamente a ruoli invertiti. Se il predestinato sarà riuscito a sopravvivere, potrà dare la caccia al povero serial killer che, anche in questo caso, sarà costretto a rivelare la sua posizione ogni tre mosse. Gli altri campeggiatori tenteranno di scoprire la posizione del maniaco “oltrepassandolo” sul tabellone di gioco o bloccandolo definitivamente accerchiando la sua posizione.

Jason approverebbe

Uno degli aspetti più riusciti che mi torna in mente quando ripenso alle sessioni di gioco di The Last Friday, è una cosa che non troverete nella scatola: la tensione.

Che siate maniaci incompresi o campeggiatori della domenica, una partita a Last Friday sarà sufficiente per farvi schizzare i livelli di ansia alle stelle (astenersi deboli di cuore quindi). Essere braccati da un nemico quasi invisibile, o tentare di raggiungere le proprie vittime prima dello scadere del turno, è sicuramente uno degli aspetti meglio riusciti di questo gioco; che però non è esente da qualche difetto.

I capitoli, giocabili anche singolarmente (ma perché dovreste poi?!), sono una gradita novità nel genere, ma forse avrebbero necessitato di qualche aggiustatina aggiuntiva in termini di bilanciamento. Il primo capitolo in particolare sembra essere stato volontariamente sbilanciato in favore dei campeggiatori, mentre il secondo risulta troppo frettoloso e poco originale.

In generale la sensazione è che le chance di vittoria del maniaco siano nettamente inferiori rispetto a quelle dei suoi avversari e che buona parte di esse dipenda dalla presenza di qualche campeggiatore della domenica poco collaborativo o, magari, semplicemente alle prime armi.

Difetti trascurabili quando si parla di portarsi a casa una divertente serata in compagnia di Last Friday che, grazie alla sua scorrevolezza e semplicità, recupera presto terreno su tanti altri titoli simili; spesso più macchinosi e frustranti. Ogni visita a Camp Apache, infatti, ci racconterà sempre una storia differente e, anche in caso di “morte prematura”, ne uscirete sempre con un’avventura divertente da raccontare.

Non servirà minacciarci con il coltello per trovare a Last Friday un posto nella nostra collezione, garantito!